La situazione è questa: sto bazzicando sul mio feed di Facebook come un qualunque giorno e mi imbatto nel post di un mio caro amico che parla di questo Waveful… dice:
Dato che ho visto che in molti si stanno iscrivendo a questo nuovo social mi son detto “perché non provare?” ecco il mio account…
E da animale curioso, potevo lasciarmi sfuggire un’occasione del genere? Certo che no. Così mi scarico subito l’app, disponibile sia per Android che per Apple, e inizio a rovistarci dentro. La struttura appare in poco tempo abbastanza chiara e semplice, come tutti i social neonati.
Pensate a Facebook, agli albori, quanto era dannatamente semplice: aggiungi amichi, crea post, chatta… FINE. Poi con il tempo sono arrivate le pagine, poi i gruppi, i giochi, le app, la pubblicità (ah, la disgrazia) e ora non è più un social ma più una rappresentazione virtuale del mondo… ah sì, come dice il buon Mark, è un metaverso.
COME FUNZIONA WAVEFUL
Ma facciamo un passo indietro. Waveful si presenta molto pulito e dalle linee semplici, con l’aspirazione a sfidare instagram mettendo in evidenza il contenuto fotografico a discapito di quello testuale. Appena creo l’account mi appare in bella vista una ragazza in ginocchio e in costume, e non posso fare a meno di pensare:
Cambiano i social e le piattaforme, ma gli utenti e le dinamiche non cambiano mai.
La caratteristica che salta subito all’occhio è l’assenza di hashtag, soppiantati dalle “onde” che non sono altro che aggregatori di contenuti. All’interno di Waveful, infatti, puoi seguire le singole persone oppure puoi iscriverti alle “onde” e taggare le stesse.
Tornando alla ragazza mezza nuda, per combattere queste dinamiche sociali acchiappa like decido di testare il social postando subito una citazione letteraria di Fitzgerald che avevo nel cassetto, questa qua:
Decido di taggare le “onde” letteratura, scrittura, ecc… tutti gli argomenti correlati al mio post. Ottengo la bellezza di un like – sempre meglio che 0 – e la dichiaro la mia esperienza di test conclusa.
Certo, ho visto che si possono anche creare post temporanei, c’è il classico editor interno e c’è la possibilità di caricare anche contenuti audio, ma non ho notato nulla di particolarmente rilevante.
COSA PENSO DI WAVEFUL
Premettendo che questo non è un articolo sponsorizzato, non mi sento di esprimere un parere su Waveful. Di primo impatto non mi sembra un progetto rivoluzionario, e non vedo – allo stato attuale – elementi in grado di portare qualcosa di nuovo e strappare utenti ai noti social, Instagram in primis. Quando è arrivato tik tok, la sua esplosione è stato un mix di ottimo marketing e innovazione contenutistica (ricordo la scelta del social di puntare esclusivamente nel contenuto video a discapito delle immagini).
Su Waveful non cambia proprio nulla, ma magari è presto per dirlo. D’altronde, anche Facebook in passato era solo “posta una foto e ritrova i tuoi amici”. Che filantropia commovente. Scherzi a parte, sono curioso di vedere dove andrà a parare queso progetto e se sopravviverà alla morsa spietata del web.
Sono stato troppo cattivo? Fatemi sapere la vostra scaricando Waveful qui:
Link Androd: download
Link App Store: download