Avevo già parlato del social Tik Tok in questo articolo, ma per entrare ancora più nello specifico ero conscio di doverlo provare. Insomma, non si può parlare di ciò che non si conosce veramente; sarebbe come giudicare una persona timida come “antipatica” solo perché non ti parla. Dunque, insieme al mio inseparabile Honor Play sono entrato nel play store e ho dato inizio all’avventura.
LA STRUTTURA
Tik Tok si vende come un social ma appare più come una vetrina. La messaggistica è quasi nascosta e l’unico modo “rapido” per comunicare è commentare i video che compaiono alla vista. Non è una sorpresa, comunque.
L’editor messo a disposizione per creare video all’interno della piattaforma è impressionante, veramente. Perfino un imbranato del videomaking come me potrebbe fare magie con un po’ di inventiva e impegno. In fase di creazione è possibile registrare a più riprese (stoppando e riprendendo, magari con una diversa inquadratura), inserire effetti vocali, inserire musica di sottofondo oppure azzerare il volume della registrazione e lasciare unicamente la traccia musicale. Infine, è addirittura possibile “doppiare” la scena. Poi ci sono tutti gli effetti comuni di un video editor come colori, slow-motion o accelerazione del video ecc. Potrei stare fino a domani a parlarne, ma mi fermo qua.
“SEGUITI” E “PER TE”
La navigazione si divide in due macro-aree: il classico feed composto dai video pubblicati dalle persone che segui e i video “in tendenza”. Per tendenza non significa necessariamente video super popolari! Potrebbe anche capitarti un video appena pubblicato, purché l’algoritmo di Tik Tok lo reputi interessante per te. Da qui il nome della sezione.
Curiosità: nei primi giorni di navigazione notavo che il 90% dei video uscivano con l’hashtag “neiperte”. Non avendo ancora notato la suddivisione dei feed, aspettavo che da un momento all’altro comparisse un vero e proprio neo nel video. Questi sono i veri momenti in cui capisci di essere vecchio!
TIRANDO LE SOMME, TI SEI RICREDUTO?
In realtà no. Resto della mia idea, ossia che il social Tik Tok non sia un social molto quotato al contenuto di qualità ma piuttosto all’interazione spiccia. In 7 giorni di navigazione ho visto un account raggiungere 10 milioni di views con un singolo video che aveva come soggetto un unghia nera in procinto di staccarsi.
Personalmente, ho provato tutte le categorie di video. Con 900 views, il video più visto era una piccola clip dove mostravo un ragno sotto casa. Alta comunicazione. Ho poi provato a raccontaere al volo 3 simpaticissime curiosità letterarie: per farla breve, ho dovuto eliminare il video dalla vergogna perché non andava oltre le 5 views. Il social Tik Tok è così, è un calderone di caramelle per l’occhio pigro che osanna contenuti leggeri, TANTO LEGGERI, e nulla più. Al momento non ci vedo di più.
Non lo mollerò, sono curioso di esplorarlo e capirne ancora di più i meccanismi (laddove ne esistano, potrebbe anche essere una massa informe che si muove senza un senso) però mi sembra di averlo inquadrato abbastanza bene. Però sarò sincero: devo ancora trovarci il mio posto.
P.S. se volete seguirmi sul social tik tok, cercate @detospecial!