Per i navigati del marketing, questo sarà un articolo sgorgare di ovvietà: tuttavia, è normale per un neofita chiedersi quale sia il significato delle abbreviazioni B2B e B2C.

B2B e B2C

Letteralmente, queste sei lettere stanno per Business to Business e Business to Consumer. Sono dunque due inglesismi e si usano per indicare a quale macro tipologia di cliente un’attività si rivolge.

ESEMPIO B2B E B2C

B2B sono tutte quelle aziende che comunicano e vendono ad altre aziende, dunque dove il cliente finale NON è un privato; per esempio, un’azienda che produce robot per attività manifatturiere rientra nell’ambito B2B. Viceversa, tutte quelle aziende che hanno come obbiettivo un privato, sono B2C. Qui gli esempi si sprecano: banalmente, il tabacchino sotto casa è un B2C; se guardiamo all’ambito Digital, un qualunque e-commerce che vende al privato senza partita IVA.

IL GRANDE FRAINTENDIMENTO

In ambito digital, attenzione a non fraintendere la terminologia B2B con Lead Generation. Come abbiamo visto sopra, l’accensione B2B non implica la mancanza di un e-commerce a favore di una raccolta di contatti, bensì il target identificato in altre attività.

Per chi non lo sapesse, per Lead Generation s’intende tutto il calderone di attività volte ad ottenere nuovi contatti (e-mail o numeri di telefono) per poi svolgere attività di marketing.