Dopo aver conosciuto Barbata Binotto nell’intervista dedicata all’uscita dell’opera “Il figlio dell’Aurora, proseguiamo nella scoperta degli autori selezionati da De Tomi Editore e conosciamo Felice Muolo, autore del Noir “I confini dell’inganno”.
Felice Muolo, l’uomo dietro la penna. Raccontaci un po’ di te.
Da ragazzo ero il più bello del paese, ma non volevo studiare. Per farmi venire la voglia mi mandarono due estati a bottega da un sarto. Saltato l’esame di ammissione alle Medie, frequentai l’Avviamento. Per accedere alla Scuola Media Superiore, dovetti sorbirmi un anno da privatista. Diplomatomi, mi sono iscritto all’Università – Lingue e Letterature straniere – senza metterci mai un piede.
In alternativa, ho girato mezza Europa facendo l’autostop e lavorando nei campi di lavoro del Servizio Civile Internazionale, ho fatto il disoccupato, l’operaio ceramista e l’emigrante in Svizzera. Poi ho diretto un albergo per 27 anni, fino a quando mi sono dimesso e ho preso a scrivere ma già lo facevo perché ero da poco diventato giornalista pubblicista.
Poi ho adottato una bambina indiana e, attualmente, passo gran parte del mio tempo in campagna seguendo le orme di mio padre.
Perché il lettore dovrebbe scegliere “I Confini dell’Inganno”.
Perché per scriverlo ho demolito una trilogia. Spesso si parte da un racconto per scrivere un romanzo, io ho fatto il percorso inverso. Ci sono voluti coraggio e incoscienza a eliminare la zavorra, contenuta in quasi tutti i romanzi per aumentare le pagine e fare assopire o annoiare il lettore ma il risultato credo mi abbia dato ragione. Incastrare le vicende di tre romanzi in uno non è stato facile. Per cui chi compra il mio libro ne ottiene tre. Per aver portato a termine questo risultato sono in attesa del Nobel.
Quali sono – se ci sono – i tuoi idoli letterari?
Quelli incontrati casualmente in biblioteca, dove andavo a leggere da giovane, non avendo soldi per comprare i loro libri: Joyce, Hemingway, Scott Fitzgerald, Faulkner e derivati.
Uno sguardo al futuro, stai già lavorando al prossimo libro?
Quando si scrive ci si contagia, non si smette più, non esiste un antidoto che ti fermi. Attualmente sto redigendo tre romanzi brevi per pubblicarli in un solo volume. Sono al terzo.
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