Quando mio padre mi disse: “A Giugno andiamo in Malesia”, dapprima fui pervasa da un’incandescente contentezza e subito dopo mi domandai: “Ma dov’è la Malesia?”. Alla luce della mia ignoranza mi precipitai a controllare non solo in quale strana parte del mondo orientale sarei finita di lì a pochi mesi (correva l’anno 2018), ma anche su quali fossero i migliori posti da visitare e le esperienze esotiche da non perdere.
LO ZOO DI SINGAPORE
In questo articolo vi parlerò dello Zoo di Singapore, ma non lasciatevi ingannare dal nome: anche io, da intransigente amante degli animali ed estrema sostenitrice della salvaguardia del pianeta e delle specie che ci abitano, sono restia all’idea di chiudere delle povere creature in gabbia. La verità è che, laddove in alcuni paesi la caccia sta portando all’estinzione di molte specie protette, un parco di 28 ettari, gestito e curato nel rispetto di ogni creatura che ospita, può rappresentare un’ancora di salvezza per molti animali.
Il pullman che ci avrebbe portati da Singapore a Malacca sarebbe partito nel pomeriggio. Tuttavia, io costrinsi mio padre a prendere un treno e due autobus per riuscire a trascorrere qualche ora della mattinata dentro quel magico parco. Un’avventura indimenticabile per una ragazza che come me, non si è fermata un secondo pur di riuscire ad ammirare in tempo tutti gli animali che vivono lì.
Appena varcata la soglia di ingresso si viene subito travolti dalla natura, e non solo! Scimmie e scimmiette sono libere di scorrazzare in giro per il parco, pur avendo la loro specifica zona di radunanza: The Primate Kingdom. La tentazione di rincorrerle e accarezzarle porta molti ospiti a non prestare attenzione e a farsi rubare il pranzo dalle stesse scimmiette. Credetemi, dietro quel dolce aspetto nascondono un’innata scaltrezza.
Divise per habitat, si possono incontrare ben 300 specie diverse come i grandi felini della savana. La loro dimora (un enorme prato con tanto di collinetta per il Re Leone) è situata giusto di fronte alla zona dove brulicano zebre e passeggiano giraffe. Quest’ultime non si preoccupano del rischio, poiché un enorme fossato le separa dai loro predatori. Non esistono gabbie: gli animali hanno il loro spazio aperto per godersi il sole e non sembrano mostrare particolare interesse o disturbo alla vista degli umani che passeggiano davanti a loro. Questo non vale per i signori elefanti, i quali invece si lasciano accarezzare mentre spruzzano acqua con la proboscide addosso ai passanti. Nel rettilario si possono ammirare tartarughe e varani di ogni dimensione! Ma io non stavo più nella pelle perché c’era un animale in particolare che non vedevo l’ora di incontrare: la Tigre Bianca!
Per poi scoprire che un esemplare di tigre bianca è ospite anche al Bioparco di Roma… Insomma, non c’era poi bisogno di attraversare il globo per vederla! Ma le emozioni vissute in quelle poche sfrenate ore di visita allo zoo di Singapore non le dimenticherò facilmente. Gli animali ben curati e l’evidente impegno dello zoo nella preservazione della fauna a rischio, permettono a chiunque di godersi l’avventura. Il benessere dei residenti è testimoniato dall’alto tasso di riproduzione. Nel 1990 nacque dentro lo zoo il primo orso polare dei tropici, Inuka, deceduto pochi anni fa alla veneranda età di 27 anni.
Un’avventura esotica all’interno di una città incantata dove la natura selvaggia si fonde alla modernità architettonica, in un magico equilibrio. Sei curioso di conoscere altri favolosi luoghi singaporiani? Presto, in un prossimo articolo, vi racconterò della nave sorretta da tre grattacieli, di luminosi fiori volanti e di un granchio… che mi è costato caro!
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