In questi giorni sta circolando l’immagine di un sushi fatto con componenti di plastica e altri materiali di scarto rinvenibili all’interno dei nostri sempre più inquinati mari. L’immagine, condivisa molto in quest’ultimo mese è in realtà risalente a qualche anno fa, nulla di nuovo quindi, poiché lo stesso tema dell’inquinamento ambientale non è certo una novità.
Un tentativo di sensibilizzazione che arriva tardi ma che speriamo comunque sia capace di produrre cambiamenti attraverso effetti di nudge.
I ghiaccioli di Taiwan
Un altro tentativo di sensibilizzazione venne proposto intorno il 2017 da tre studenti di Design dell’università di Taiwan. Gli studenti hanno raccolto campioni di acqua da diverse sorgenti e con queste hanno realizzato dei ghiaccioli di spazzatura. I ghiaccioli sono stati anche divisi per gusto dove il nome del presunto gusto ne indica semplicemente la provenienza di raccolta del campione d’acqua. All’interno di essi si possono notare grossi materiali di scarto ma è stata anche confermata la presenza di sostanze nocive invisibili come le micro-plastiche.
Ti va un ghiacciolo?
Un risultato che di certo non mette appetito ma ha l’intento di smuovere le coscienze sul tema dell’inquinamento ambientale. Stiamo inquinando noi stessi, i nostri figli e le nostre case. Mangeresti un ghiacciolo di spazzatura? Probabilmente lo hai già fatto, senza rendertene conto.