Somno Veritas è la prima pubblicazione del giovane autore campano (Avellino) Adelchi Silvestri. Il suo è un racconto fantasioso, che trascende dalla realtà per proiettarsi in un universo conturbante.

Questa trama, ricca di elementi psicologici e filosofici, contiene una forte dose di fantasia che però prende spunto dalla più moderna realtà. Gli studi di neuroscienze dell’autore gli hanno permesso di giocare con elementi molto vicini all’attualità che appaiono al lettore come una lontana tecnologia. Quella lontana tecnologia è in realtà più vicina di quanto sembri.

Per comprendere meglio trama e spunti letterari, non ci resta che porgere qualche domanda all’autore!

Intervista all’autore Adelchi Silvestri

Ciao, Adelchi! Il tuo libro ha già conquistato il cuore dei primi lettori; di cosa parla Somno Veritas? Di che genere si tratta e cosa puoi dirci a riguardo?

Somno Veritas intreccia il genere fantascientifico con quello fantasy: questo era, a mio parere, l’unico modo per rendere fantastico il primo e verosimile il secondo.

Alla base del mio libro c’è l’idea, o forse la convinzione, che attraverso il sogno l’anima possa viaggiare in un reame metafisico che sta al di là dell’universo materiale.

La tecnologia non fa altro che agevolare questa naturale propensione dello spirito. D’altronde, il compito dell’avanzamento tecnico dovrebbe essere quello di semplificare le innate inclinazioni umane.

Ad ogni modo, Somno Veritas è anche un romanzo di formazione. Man mano che la storia si evolve, si pone spesso l’interrogativo su cosa sia giusto o vantaggioso, e su quale sia lo scopo degli individui.

Per molti versi, quest’opera è una metafora delle vicissitudini che tutti noi affrontiamo nella realtà. Nel primo capitolo viene introdotto un personaggio che per la sua intera vita ha provato, senza riuscirci, a mettere su carta un cosmo immaginario.

le restanti pagine seguono le avventure di un giovane che, immergendosi nel mondo dei sogni, trova il modo di combattere meglio i quotidiani problemi materiali.

Spero vivamente che la lettura di questo mio lavoro possa dare a tutti lo stesso sollievo che ha dato a me. Somno Veritas non vuole essere un’alternativa alla vita sensoriale, ma l’altra faccia di una medaglia che spesso ci dimentichiamo di voltare.

È stato difficile scrivere questo libro?

In realtà, credo che sia stato un processo lungo, ancor prima che difficile. Scrivere è un qualcosa che mi viene naturale, e amo immaginare storie fantastiche; ciononostante, capita che alla lunga subentrino l’impazienza di finire e la stanchezza mentale.

La stesura di questo libro si è svolta nel corso di otto anni, e continua tuttavia con riletture e confronti editoriali (purtroppo, in un’opera di circa quattrocento pagine, i refusi sono sempre dietro l’angolo).

Ovviamente, in tutto questo tempo ho studiato per laurearmi in Medicina e Chirurgia. Questo mi ha fornito un ottimo modus operandi e molte informazioni utili da inserire nell’opera.

Inoltre, credo che una trama immaginata per quasi un decennio sia ben più solida dalla rapida bozza che si può stilare in pochi mesi.  

La neuroscienza sembra un luogo lontano, ma in realtà molti elementi di cui parli sono realtà attuali o molto prossime. Puoi farci alcuni esempi di questi elementi molto “Black Mirror”?

Oramai le interfacce cervello-computer sono una realtà: basti pensare alle protesi degli arti mosse col pensiero, oppure al controllo di dispositivi tramite la lettura dell’elettroencefalogramma. Come medico, ho avuto l’opportunità di conoscere molti pazienti parkinsoniani che si sono sottoposti all’impianto di stimolatori cerebrali profondi, a dimostrazione del fatto che sistema nervoso centrale e ingegneria stanno pian piano fondendosi.

Queste nuove e affascinanti frontiere sono uno dei motivi che mi hanno spinto a intraprendere la specializzazione in neurologia.

In verità ho iniziato la scrittura di questo romanzo molti anni prima dell’uscita di Black Mirror; ovviamente, anch’io sono stato anticipato da altri autori, che a loro volta avevano dei predecessori (e così via dicendo): è dai primi del Novecento che il cervello viene equiparato a un calcolatore sondabile e migliorabile, una macchina di Turing da esplorare e implementare.

Ciononostante, tutto quello di cui ho parlato è stato per me il punto di partenza per un viaggio straordinario e trascendentale, fatto di immersioni nella fantasia e saltuari ritorni alla realtà.

La città dove vivi, Avellino, è una realtà difficile per un giovane autore. Quali sono gli eventi che potrebbero essere organizzati per favorire la crescita e la promozione dei talenti letterari?

Forse quello che dici è vero: Avellino è una città tradizionalista e poco avvezza alle novità; non di rado, parlando del mio libro, ho incontrato sguardi straniti e sospettosi.

Ciononostante, lo spirito nostalgico e all’antica dell’Irpinia mi ha positivamente influenzato, trasmettendomi quell’amore per il passato che si respira nelle pagine di Somno Veritas. Sono cresciuto in una terra ricca di folclore, usanze e storia; essa mi ha insegnato ad apprezzare le origini quanto l’originalità.

Ricordo ancora il giorno in cui, quand’ero bambino, mio padre mi fece leggere per la prima volta la targa che sta sul palazzo De Conciliis; essa è dedicata a quello che, secondo la mia modesta opinione, è il più grande scrittore di sempre: Victor Hugo, che nel suddetto palazzo visse per alcuni mesi all’età di otto anni. Sebbene sia un fatto poco conosciuto, non saprei immaginare un luogo migliore per tenere fiere ed eventi volti alla riscoperta dei capolavori passati.

Inoltre, mi piacerebbe se si formassero dei club in cui parlare di libri, film, serie tv, fumetti ed ogni altra forma d’arte; i giovani avrebbero la possibilità di esprimersi sulle opere più svariate: sarebbe un bel modo per conoscere nuove persone, e credo che potrebbe giovare alla vita sociale di molti, oltre che a quella culturale.

Solo dopo aver creato questo terreno fertile, passerei alla promozione dei nuovi autori: negli stessi incontri in cui si discutono i grandi romanzi del passato, gli aspiranti scrittori potrebbero presentare le nuove proposte, ufficializzandole e condividendole con una cerchia di persone fidate; in tal modo, essi potrebbero ricevere dei feedback e pubblicare le proprie opere in maniera sicura.

In altre parole, quello che si fa in genere con una ristretta cerchia di amici, potrebbe avvenire con una più ampia schiera di appassionati.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai in cantiere altri libri?

Alla stregua di Kubrick, mi piacerebbe creare un’opera per ogni genere narrativo: storico, horror, giallo, umoristico e così via.

Ho molti progetti in testa, ma adesso devo trovare il tempo ed il modo per elaborarli: nel tempo libero dal lavoro in ospedale cercherò fonti, notizie, informazioni e quant’altro. Inoltre, ho intenzione di scrivere un sequel per Somno Veritas.

Sebbene sia un romanzo autoconclusivo ho tantissime buone idee per proseguire la storia. Sono sicuro di poter creare almeno un altro paio di capitoli senza perdere nulla in qualità.   

Ringraziamo Adelchi Silvestri per averci parlato del suo libro. Potete acquistare Somno Veritas cliccando qui!