Il Lago di Molveno è il secondo lago per estensione del Trentino-Alto Adige ma è al primo posto – nel podio delle bellezze naturali del territorio – per la qualità dell’acqua di una trasparenza da far invidia alle più inflazionate location e per la suggestiva cornice che lo circonda: la catena montuosa del Gruppo del Brenta e il massiccio del Monte Gazza e della Paganella.
La sua scoperta – una delle mete dove tornerei per una seconda occasione – risale al 27 aprile scorso.
Partita da Padova al mattino presto di quel sabato primaverile, arrivo a Trento (a casa di amici) verso l’ora di pranzo. Dopo aver spiluccato qualcosa, decidiamo di mettere in pratica i nostri progetti. Dopo una quarantina di chilometri e una cinquantina di minuti a colpi di musica popolare trentina, ecco stagliarsi di fronte a me quello che è oggi uno dei laghi – e luoghi – più eccezionali che abbia mai visto.
Circondato da massicci colossi di pietra e da verdi vallate, si fa vanto del migliore accostamento di colori e di diversità naturalistiche.
“Preziosa perla in più prezioso scrigno”
Antonio Fogazzaro
La più gettonata attività turistica è la passeggiata attorno al lago. Un tracciato di circa 3 ore, per un totale di 10 chilometri circa di circonferenza.
Il percorso non presenta né aspre salite (è tutto in piano, salvo qualche piccolo saliscendi) né tratti di percorso faticosi dal punto di vista del terreno (nelle parti più scoscese sono presenti passerelle metalliche per mantene la camminata adatta a grandi e piccini).
Caratteristici risultano alcuni punti in cui si può giungere fino alla riva. Deliziose spiaggette naturali sono pronte per raccogliere le foto dei visitatori. Segnalo inoltre la cascata del Rio Ceda.
Finito il tragitto, stanchi ma soddisfatti dalla bellezza del luogo, abbiamo fatto un giro nei dintorni. Non solo il lago, ma tutta la cittadina di Molveno ha in sé caratteristiche che, seppur sia sgradevole dirlo, nulla hanno a che vedere con l’Italia lasciata decadere – nelle piccole e nelle grandi cose – di oggi. Prati di una tonalità di verde che pare di nuova creazione, curatissimi. Fiori in ogni angolo, pertugio, vaso, balcone. Pulizia e ordine a livelli inimmaginabili.
Tornerò sicuramente in quei luoghi, in quello “scrigno” che tanto decantava il Fogazzaro ci sono innumerevoli pietre da scovare e di cui innamorarsi.
Concordo. Posto bellissimo, incantevole, che ti rimane dentro per sempre, anche se la persona con cui hai condiviso tutte quelle meraviglie non è più nella tua vita.