Non è un caso se oggi mi ritrovo qui a scrivere questo articolo. Le recensioni sono ultimamente un tasto sempre più dolente. Più ci penso e più mi convinco che al giorno d’oggi si è perso il vero significato del verbo “recensire”.

Ora vi spiego perché.

Fare una recensione, vocabolario alla mano, significa: “illustrare e giudicare criticamente uno scritto”.

Il punto è che nel 90% dei casi oggi questo non avviene. Attenzione, quando dico 90% sono esageratamente ottimista.

Molti blogger pensano prima di tutto ad aumentare le visualizzazioni. Cosa aumenta le views? Le condivisioni.

In questo senso, cosa genera condivisioni? Una recensione positiva.

Chi è quell’autore che diffonde sui social una recensione negativa riguardante il suo libro? Non posso biasimarlo.

Il punto non è questo. Credo che si stia perdendo a poco a poco il mestiere, in tutti i sensi.

Prima di tutto, il bello di una recensione è che non è legge. Ciò che io scrivo non è la verità assoluta, e non deve essere in nessun modo intesa come tale.

Le recensioni sono un parere soggettivo, basate sul gusto del singolo lettore. In questo senso allora perché molti blogger sembrano avere così tanta paura di esprimere un reale giudizio?

Spesso mi capita di imbattermi in lunghe recensioni dove l’autore viene lodato e acclamato come fosse il nuovo Umberto Eco. Voto finale: 4 stelle

E la quinta? Per quale motivo non meritava quella stella che rappresenta l’eccellenza tanto sottolineata lungo tutto l’articolo? Perché non viene spiegato? Torniamo sempre la. Paura di non avere condivisioni, o forse semplice pigrizia, non lo sapremo mai con certezza.

Quando faccio una recensione dico sempre tutto quello che penso. Ogni singolo aspetto negativo e positivo che mi ha colpito. Riporto sull’articolo tutti i sentimenti che ho provato durante la lettura, senza tralasciare la minima virgola. Cosa più importante motivo sempre il voto che conferisco alla trama e allo stile, pur sempre specificando che si tratta di un parere personale.

Dubbio. E’ quello che sorge quando nella mia analisi passo all’altra sponda, quella degli scrittori. Cosa cercano realmente, quando bussano alla porta di un blogger per chiedere un parere?

Io ho scritto “un romanzo e mezzo” diciamo, perché il secondo è più che altro un racconto lungo. Personalmente quando cerco un recensore spero di trovare una persona schietta, che dica tutto quello che pensa senza peli sulla lingua. Altrimenti, come farei a crescere e migliorare?

Sbagliando si impara, dicevano. Mi rifiuto di pensare che gli scrittori di oggi si credano tutti arrivati, che restino sbigottiti di fronte a una recensione da tre o quattro stelle. Se questo accade, beh, mi sento di dire che hanno dei seri problemi. posso creare un articolo con un elenco di ottimi psichiatri. Parola di uno che non darebbe più di tre, massimo quattro stelle alle sue opere.

Prima di lasciarvi, chiedendovi di commentare questo articolo ed aiutarmi a creare una sana discussione, vi lascio con un pensiero:

“Le opinioni nuove sono sempre sospette e in genere contrastate per nessun’altra ragione all’infuori del fatto che non sono già comuni”

Chi vuol intendere, intenda.