Settembre si avvicina. Qualcuno è entusiasta per l’inizio di una nuova avventura, qualcuno sbuffa al pensiero di dover tornare a sedere tra i banchi.

Ogni studente, dal più affiatato al più “svegliato”, ha in comune qualcosa di prezioso, preziosissimo: il proprio diario di scuola.

Il diario è il migliore amico degli studenti. È una raccolta di pensieri, di disegni, scarabocchi, dediche d’amore, calendario di date importanti e collezione di firme degli amici (nel mio caso collezionavo anche note di richiamo).

La scuola fallisce, spesso. È incapace di stimolare i ragazzi, è totalmente assente nel trattare i giovani con il giusto rispetto per il loro potenziale.

“Suo figlio passa tutto il giorno a scarabocchiare il suo diario!” e magari siamo di fronte a un novello artista. “Sua figlia anziché ascoltare la lezione scrive delle cose nel suo diario!”, e magari si stanno tappando le ali di una grande poetessa. Non dico che è sempre così, dico che è possibile.

Insomma: alcuni professori dovrebbero fare uno sforzo in più. Capire quali sono le esigenze, le predisposizioni e le ambizioni personali di ogni singolo studente. Capire la natura degli studenti per incoraggiarli nel loro percorso è una predisposizione di pochi, è uno sforzo, è un lavoro impegnativo e forse dovrebbe essere pagato e tutelato molto di più di quanto si faccia oggi.

La scuola è uno zoo.

L’ho capito negli anni. Non siamo tutti uguali, siamo tutti animali diversi, con caratteristiche, predisposizioni, sogni e abilità differenti. Pochi indirizzi e poco orientamento per riuscire a far comprendere a ogni “animale” qual è la propria strada. E in uno zoo ricco di animali colorati e diversi è necessario inserire figure professionali altamente competenti, non domatori di leoni pronti a schioccare una frusta.

Ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido

Albert Einstein

Un percorso scolastico può essere difficile e pieno di ostacoli, ma si può affrontare la scuola con un sorriso in più e con un po’ più di audacia se si trova il coraggio di raccontarsi, almeno al proprio diario.

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