Leggere un libro di Marco Chiaravalle è sempre piacevole. Apro così il mio articolo recensione odierno, per parlarvi di un libro che ho acquistato ad occhi chiusi. La qualità nel mondo editoriale è rara oggi, ancor di più quando proviene da un prodotto self, ma non è questo il caso. Anzi, si potrebbe dire che “Project Digito – Anima” di Marco Chiaravalle è un proprio un prodotto ben confezionato, sia a livello stilistico sia storico.

L’opera si distingue per due peculiarità a mio avviso: il linguaggio dell’autore – semplice, ma diretto e pungente – e la complessità della trama, un grande disegno dove molteplici vite giocano a intersecarsi l’un l’altra.

TRAMA

Simone Baum lavora per la Eden inc., una multinazionale finanziatrice di un progetto sperimentale chiamato Resilience, in grado di far superare, tramite la fase onirica, i traumi che le persone hanno subito. La perdita di un caro amico e superiore, Adam, gli ha fatto perdere interesse in tutto ciò che lo circonda. Le sue giornate trascorrono tutte uguali fino a quando incontrerà Dahlia: la vittima di un efferato omicidio avvenuto nei suoi sogni. Starà a Simone, che nella dimensione onirica vestirà i panni del detective Liam, indagare sulla morte della ragazza. Le cose si complicheranno quando, nella realtà, le cavie che si sono sottoposte all’esperimento cominceranno a suicidarsi una dopo l’altra. Indagando in prima persona su cosa cela in realtà il programma, Simone si renderà ben presto conto che sogno e realtà non sono due dimensioni così distanti fra di loro. In un’atmosfera permeata costantemente da una profonda oscurità ogni verità verrà pian piano a galla, anche quella più atroce di tutte.

FANTASCIENZA Q.B.

Pensando all’autore nell’atto di creazione, e vedento Project Digito come la ricetta per un dolce, potrei dire che Chiaravalle ha utilizzato “Fantascienza quanto basta”. La percezione è quella di essere costantemente contaminati da elementi soprannaturali, senza però che questi prendano il sopravvento. Questo è sicuramente l’elemento che più mi è piaciuto.

Bella anche l’intersezione riproposta – dopo la prima opera, “dietro anime d’inchiostro” – di mondo onirico e realtà, due mondi nemmeno tanto distanti rispetto a quanto si tende a credere. Freud docet. Ottima infine anche la definizione dei personaggi, caratteristici e inconfondibili nelle loro peculiarità (un po’ meno il protagonista).

Potrei andare avanti e commentare pure il finale se volessi, ma creerei spoiler che non gioverebbero sicuramente all’autore. Del resto con le mie recensioni, quando il libro mi piace, amo ingolosire più che raccontare. Project Digito – Anima è un self che merita, scritto da un autore che merita – senza troppi giri di parole – d’essere letto.

P.s. nelle prime 300 copie in allegatoall’acquisto si ottiene anche un “racconto bonus”: fossi in voi mi sbrigherei!

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