Anni e anni dopo la visione del celebre film “Le pagine della nostra vita”, ho provato l’esperienza Sparks su carta stampata. Per farlo ho scelto – abbastanza casualmente – le parole che non ti ho detto.

SINTESI SENZA SPOILER

“Le parole che non ti ho detto” racconta in soldoni la storia di Theresa, giornalista divorziata e con un figlio a carico. Un giorno, correndo sul lungomare, Theresa trova una bottiglia arenata, contenente una lettera arrotolata all’interno. La legge e scopre che un certo Garrett scrive a Catherine, moglie amata e persa a causa di un incidente mortale. La profondità di sentimento espressa dall’uomo, che sembra incarnare tutte le mancanze dell’ex marito, spinge lentamente Theresa a bramare di conoscerlo. Ma come può farlo, se non sa nemmeno dove abita e chi è realmente?

CONSIDERAZIONI

Apro le mie considerazioni a gamba tesa e dico sì, bello! A dire il vero, tuttavia, fino a venti pagine dal termine ero vicino alla bocciatura. Da questo si evince che il libro ha un ottimo finale che tiene in piedi il giudizio, ma diverse carenze lungo il percorso di lettura che mi hanno fatto storcere il naso. Stiamo parlando di un romanzo d’amore, e senza fare spoiler pare ovvio che i due prima o poi si incontreranno; quello che mi lascia perplesso è la facilità con cui Garrett s’innamora di Theresa. Sparks fa di tutto per descrivere Garrett come un uomo logorato dal ricordo di Catherine e di ciò che prova per lei, ma il risultato pratico è un totale disastro. Ne esce un personaggio che si sente in colpa perché vorrebbe solo fare sesso senza il ricordo invadente della moglie defunta.

Avrei preferito più lotta interiore, un concedersi lento ed elaborato, molteplici rifiuti e la dimostrazione di un personaggio chiuso in se stesso tanto quanto raccontavano il testo delle lettere. Insomma, penso che Garrett Blake sia un personaggio di cui sono state sfruttate il 40% delle potenzialità, che si riscatta solamente nel finale.

Per quanto riguarda Theresa invece, non c’è molto da dire. Viene descritta bene, sicuramente è molto più coerente nel passaggio tra riflessione interiore e successivo modo d’agire. Infine, nulla da dire sulle descrizioni ambientali: una menzione d’onore va sicuramente fatta per le descrizioni legate alle uscita in barca a vela; la sensazione di essere cullati dalle onde o lottare contro un mare in tempesta sono fortissime.

Il finale comunque resta la parte migliore. Finale che vi invito a leggere, perché nel complesso il libro fila in modo rapidissimo e si legge che è un piacere. Attendo dunque il vostro parere dopo la lettura de “Le parole che non ti ho detto” di Nicholas Sparks. 

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