Oggi vi parlerò di un romanzo che mi ha veramente colpito. Forse la parola più idonea è “sconvolto”. Squatter, di Gianfranco Sorge, prende per mano il lettore e lo porta a scoprire una realtà che viene sempre vista solamente da fuori, quella dei clochard e degli occupatori abusivi. Ma “Squatter” è molto di più.
La narrazione è in terza persona e onniscente, seppur intervallata da alcuni spezzoni di diario personale, scritti dalla protagonista nell’apertura di alcuni capitoli. Quest’ultima appunto, Luna, è il personaggio principale e fa da collante con tutte le storie che prendono vita nello Squat di Rue de Rivoli, un edificio presto destinato alla demolizione.
Lo stile utilizzato mi ha fatto pensare – inevitabilmente – ai poeti maledetti alla fine del XIX secolo. C’è una sorta di rassegnazione di fondo, soprattutto da parte della protagonista ma anche da parte dei personaggi con cui entra in contatto, all’inevitabile destino crudele della vita. Anche attorno agli eventi gioiosi aleggia una sensazione di rapida mutevolezza. Certi passaggi sono veramente tanto impressionanti, a volte macabri, ma la ritengo una caratteristica inevitabile, visto il contesto.
“Nel sogno, dopo aver inondato il pavimento dei suoi escrementi, Louis le urlava un insulto, poi si avviava verso le scale. A ogni gradino sceso, un rimbombo le esplodeva nella mente. Luna si drizzava dal giaciglio per andare verso le scale. Osservava Louis e notava che quel rimbombo era provocato da qualcosa impigliata al suo stivale destro. Lui non ci faceva caso e continuava la sua discesa frettolosa. Luna lo raggiungeva e, con orrore, scorgeva che quella cosa sballottata per le scale era… un neonato”.
Gianfranco Sorge, Squatter.
Stiamo parlando di personaggi emarginati dal mondo, privi di ogni vincolo mentale e fisico. Per gli squatter non esiste l’impossibile, il bon-ton della borghesia, e ogni azione pensata da una mente poco sana può essere messa in pratica senza particolari freni.
“Noi non siamo borghesi. Per fortuna siamo Squatter, dei liberi pensatori, degli intellettuali di strada e per di più il nostro sangue è un sangue diverso”.
Gianfranco Sorge, Squatter.
La protagonista, Luna, rappresenta in prima linea questo gusto per l’assurdo. Si è addirittura convinta di appartenere a una razza aliena e questo pensiero ricorre per tutto il romanzo; è la giustificazione per ogni azione di dubbia morale, per ogni rapporto sessuale non protetto, per non credere di avere un serio problema con la bulimia.
Per i motivi sopra elencati considero questo libro un piccolo gioiello nella narrativa contemporanea. Il lettore si troverà a navigare con lo stomaco costantemente rovesciato tra personaggi ambigui, a volta senza dita, altre senza occhi. Penso di aver già svelato troppo: non vi resta da fare altro se non seguire il link sottostante e procedere all’acquisto!