Per parlarvi di Tenera è la notte questa volta partirò direttamente dalla trama, saltando completamente qualunque tipo di introduzione.

TRAMA

Il libro, come un grande affresco, abbonda di episodi e personaggi, ma ha al centro la vicenda di corruzione morale dei coniugi Diver. Lui, Dick, psichiatra, incontra nel corso della sua attività clinica una giovane donna, Nicole Warren, sofferente di manie di persecuzione per aver avuto rapporti incestuosi con il padre. Nonostante il parere contrario di molti suoi colleghi decide di sposarla, ripromettendosi di “restaurarle l’universo“. Passano alcuni anni; lui, godendo della ricchezza della moglie, progressivamente perde interesse per la propria attività professionale. Si ritrovano sulla Costa Azzurra assieme a una strana coorte di personaggi, alcuni dei quali innamorati della donna. C’è una giovane interessata invece a Dick, Rosemary. Sarà la “storia” che fa precipitare il precario equilibrio della coppia.

Un libro in cui i grandi temi di Fitzgerald – la felicità, lo spreco, il fascino, il danaro – trovano il loro scenario più adatto, in un contesto linguistico fastoso e spettrale.


LA MIA OPINIONE

Che dire, senza dubbio una lettura d’alto livello. La qualità di Fitzgerald resta indiscutibile, poche volte ho riscontrato una tale capacità nel descrivere gli stati d’animo, le emozioni e i sogni dei protagonisti. L’autore ci riesce con una facilità che appare quasi disarmante, come quando descrive la protagonista femminile:

Nicole Diver, la schiena bruna ornata di pelle, sfogliava un libro di ricette in cerca del pollo alla maryland. Poteva avere ventiquattro anni – ipotizzò Rosemary – il viso era di una bellezza convenzionale, ma dava l’impressione di essere stato inizialmente concepito su scala eroica, con una struttura e i lineamenti marcati, come se i tratti e la vivacità della fronte e dell’incarnato, che associamo al temperamento e al carattere, fossero stati scolpiti con un intenzione rodinesca e in un secondo momento fossero stati cesellati in direzione della bellezza, con il rischio che la benché minima imprecisione ne compromettesse in modo irreparabile la forza e la qualità. Lo scultore aveva corso un grosso rischio con la bocca – era un arco di cupido – come quelli che si vedevano sulle copertine delle riviste, ma raffinato, come tutto il resto

Tenera è la notte, pag 28

C’è da dire che questo libro è tutto fuorché una lettura facile. Ci sono giunto carico di aspettative, sapendo che è stato scritto dopo “Il Grande Gatsby“, opera di Fitzgerald che non smetterò mai di lodare. A dire il vero, i temi presenti nel Gatsby si ripropongono  qui con somiglianza disarmante: ricchezza, corruzione morale, personaggi che pensano ai soldi e all’immagine, anziché dare la precedenza ai propri reali sentimenti. Ma ancora feste sfarzose, un carnevale di infiniti personaggi che si alternano senza sosta. Questo è stato forse il punto più difficile da mandare giù durante la lettura, ossia riuscire a memorizzare decine e decine di personaggi presentati, a volte, tutti in una singola pagina. Non che manchino di caratterizzazione s’intenda, anzi. Il ruolo di ogni singolo attante è ben chiaro e delineato.

Non manca l’amore, narrato dallo scrittore in una chiave di malinconica rassegnazione; i protagonisti sembrano vivere in una costante ricerca della soddisfazione sentimentale. Una perfezione che, tuttavia, appare in conclusione irraggiungibile. Troppi gli imprevisti, gli eventi che rendono la vita un percorso tortuoso e complicato. Forse il successo di Fitzgerald si riassume proprio nella rappresentazione di una realtà in cui molti si possono facilmente riconoscere.

Dick percepiva l’infelicità di Nicole e avrebbe voluto bere la pioggia che le sfiorava le guance.

F.S. Fitzgerald, Tenera è la notte

C’è chi scrive che le cicatrici guariscono, facendo un vago parallelismo con le malattie della pelle, ma nella vita queste cose non accadono. Ci sono ferite aperte, a volte ridotte a una puntura di spillo, ma restano pur sempre ferite. I segni della sofferenza sono più simili alla perdita di un dito, o della vista da un occhio. Magari non ne sentiamo la mancanza, neppure per un attimo, ma se anche fosse, non potremmo farci niente.

F.S. Fitzgerald, Tenera è la notte

In conclusione, considero Tenera è la notte la lettura perfetta per chi insegue uno stile ricercato e l’amore travagliato; è una lettura che si può definire in svariati modi fuorché semplice, infatti ho impiegato più del previsto per portarla a termine. Ciò nonostante, sono soddisfatto di aver dato fiducia al buon Fitzgerarld, che a conti fatti non delude mai.