Dopo Fiammetta è il turno di Emilia. Questa storia ha come protagonisti un frate minore nei panni dell’inquisitore avido e un buonuomo un po’ stupido.
PRIMO GIORNO | SESTO RACCONTO
Il frate era avido in quanto sfruttava la sua posizione di inquisitore e faceva leva sulla fede cristiana per raccimolare quattrini a destra e manca. Un giorno cadde a fagiolo un uomo – ricco tanto quanto ignorante – che si lasciò sfuggire un affermazione alquanto eretica. Questo, alterato dai fumi dell’alcool, disse di avere un vino così buono che perfino Cristo avrebbe alzato volentieri un gomito dalla croce. Potete immaginare la goduria dell’inquisitore avido, appena venne a conoscenza di una simile eresia su cui poter far leva per guadagnare qualche quattrino.
L’INQUISITORE AVIDO E IL BEONE
Il frate portò dunque il povero diavolo davanti ai giudichi e gli chiede di confermare le sue parole, cosa che l’uomo fece. Al che l’inquisitore disse:
Così per te Cristo è un beone, un maniaco dell’alta gradazione, neanche fosse Veronelli o qualcun altro di voi ubriaconi e bestiacce da bar, eh? Ora, guardatelo, fa la manfrina dell’umiltà per darci a bere che è una cosa da niente, ma hai fatto i conti senza l’oste, ti sei meritato il rogo, se dovessimo mai procedere come vi meritate tu e la gente della tua risma.
Inquisitore avido
Il beone, impaurito a morte, si convinse facilmente a sganciare una lauta mancia per lenire le pestilenziali avidità dei frati minori. Oltre a questo, l’uomo venne vestito per penitenza di una veste con tanto di croce ricamata sopra, e gli fu ordinato di ascoltare una santa messa ogni mattina e presentarsi dal frate all’ora di pranzo.
LA PARABOLA
L’uomo si comportò con sì tanta diligenza che un giorno, durante una messa, non gli sfuggirono le seguenti parole:
Voi riceverete il cento per uno e avrete la vita eterna.
Il giorno stesso a pranzo si presentò dal frate, che gli chiese se fosse stato alla messa come da programma e se avesse qualche dubbio da chiarire. L’uomo rispose di sì, ed esortato dall’inquisitore avido proseguì:
Non che io dubiti di nessuna delle cose che ho sentito, anzi, sono fermamente convinto che siano tutte vera da cima a fondo. Però ne ho sentita una che mi ha fatto e mi fa avere di lei e degli altri frati una grande compassione, pensando a come ve la passerete male nell’aldilà.
L’inquisitore non capiva. L’uomo proseguì:
Monsignore, è quella frase del Vangelo che dice: Voi riceverete il cento per uno e avrete la vita eterna. Ecco, glielo dico subito; dato che ormai sono di casa in questi paraggi, ogni giorno ho visto coi miei occhi dare qui fuori a un sacco di povera gente a volte una, a volte due mestolate di brodaglia che viene portata via di bocca ai frati di questo convento e a lei. Se tanto mi da tanto, se per ogni mestolata ve ne saranno rese cento, avrete tanta di quella sbobba che rischierete di affogarci dentro tutti.
Tutti i presenti nella sala scoppiarono a ridere. L’inquisitore avido stava brucando dentro, ma già il primo processo intentato all’uomo non era stato visto bene e dunque fu costretto a incassare il colpo “con le mani legate”.
In collera, ordinò dunque all’uomo di andare fuori dai piedi e non farsi più vedere.