Abbiamo fin qui considerato la struttura della frase semplice, soffermandoci sulla natura e sulle funzioni dei suoi elementi costitutivi: il soggetto, il predicato, i complementi ecc.

La frase semplice è costituita da una sola proposizione; questa proposizione è chiamata indipendente perché ha una propria autonomia, cioè non dipende da nessun’altra proposizione.

È venuto ora il momento di fornire una classificazione dei vari tipi di frasi semplici (o proposizioni indipendenti) partendo da un diverso punto di vista: l’intento generale del messaggio. Distinguiamo allora quattro tipi principali di frasi semplici: le enunciative, le volitive, le interrogative e le esclamative.

LE ENUNCIATIVE

Le frasi enunciative contengono una semplice enunciazione, cioè una dichiarazione, un’esposizione, una descrizione di qualcosa. Si suddividono in:

  • affermative (o positive): piove, questo albergo è caro, tutti si addormentarono.
  • negative: non piove; questo albergo non è caro; nessuno si addormentò.

N.B. Frasi affermative come “tutti si addormentarono” o come “lo vedo sempre” possono essere trasformate in negative totali (non lo vedo mai) oppure negative parziali (non tutti si addormentarono).

LE VOLITIVE

Le frasi volitive esprimono un comando (imperative), un desiderio (desiderative), un’esortazione (esortative), una concessione (concessive):

  • Andate via di qui! (comando);
  • Che dio ti aiuti! (desiderio);
  • Ci pensino bene (esortazione);
  • Parla pure (concessione.

LE INTERROGATIVE

Le frasi interrogative pongono una domanda; sono caratterizzate dall’intonazione ascendente della pronuncia nel parlato, dal punto interrogativo nella scrittura:

  • Mario viene con noi?
  • Il treno è partito?
  • Avete studiato?
  • Ci conosciamo?

Il tono di voce nella lingua parlata e il punto interrogativo nella lingua scritta sono talvolta gli unici elementi che permettono di distinguere una frase interrogativa: infatti, se non ci fossero questi fattori di differenziazione, “Mario viene con noi” sarebbe del tutto identico a “Mario viene con noi?”

Spesso, però, le frasi interrogative sono introdotte da avverbi o pronomi o aggettivi interrogativi (come, dove, perché, quando, chi, che, quale):

  • Come stai?
  • Dove abiti?
  • Qual è?
  • Chi ha telefonato?

Le frasi interrogative dunque si suddividono in:

  • Interrogative parziali, quando la domanda riguarda solo uno degli elementi della frase (chi, dove, quando ecc): chi è?, dove vai?;
  • Interrogative totali, quando la domanda riguarda tutto l’insieme della frase: è Giuseppe?, vai a Brescia? venite domani?;
  • Interrogative disgiunte, quando la domanda pone un’alternativa: preferisci un caffè o un amaro?
  • Interrogative retoriche, quando al domanda contiene una risposta implicita. La domanda viene formulata per dare a un’affermazione maggiore rilievo, maggiore enfasi: chi non ha sofferto per amore?;
  • Interrogative didascaliche, le domande poste a se stessi per vivacizzare un esposizione: quel giorno l’edificio nessuno morì, ma quali furono le reali conseguenze?.

Le frasi interrogative che abbiamo finora visto sono chiamate interrogative dirette, in quanto la domanda che esse pongono è formulata in maniera diretta; sono invece chiamate interrogative indirette quelle proposizioni che fanno parte di una frase complessa e che contengono una domanda introdotta da verbi come dire, chiedere, sapere ecc: dimmi quando vieni; chiedigli dove va. Come appare dagli esempi, le interrogative indirette non hanno il punto interrogativo; di questo tipo di proposizioni parlerò più diffusamente nel capitolo riguardante la sintassi della frase complessa.

LE ESCLAMATIVE

Le frasi esclamative, infine, sono caratterizzate dall’intonazione discendente della pronuncia del parlato, dal punto esclamativo nella scrittura. Possono essere:

  • Verbali: oh, quanto mi dispiace! Com’è bello!
  • Nominali (non verbali): che peccato! Ottima idea!
  • Incidentali (le tratterò nella frase complessa).