Ho appena finito di vedere il film “The Occupant“.

Voi mi direte: quindi?

Quindi devo parlarvene subito, perché mi ha lasciato dentro un’angoscia che posso togliermi di dosso solo scrivendo. Il mio è un commento positivo, capiamoci. La pellicola spagnola diretta da David Pastor e Àlex Pastor è stata rilasciata il 25 marzo 2020 su Netflix negli Stati Uniti e tramite Internet in altri paesi. Su Netflix trovate il film con il titolo “Dov’è la tua casa”

THE OCCUPANT – TRAMA

Il protagonista è Javier Munoz, un conosciuto ideatore di spot pubblicitari che, non si sa bene per quale motivo, si ritrova disoccupato. Javier prova dunque a cercare un nuovo lavoro nell’industria ma non riesce a ripartire: o meglio, gli vengono proposte posizioni che deridono la sua esperienza e contratti da giovane ragazzino alle prime armi con mesi di prova gratuiti. Così, disoccupato e senza entrate, si vede costretto insieme alla sua famiglia ad abbandonare la casa sfarzosa con vista sulla Sagrada familia e traslocare in un buco d’appartamento da quattro soldi. Ed è qui che il thriller inizia a prende forma.

In preda alla disperazione, mentre la ragione lentamente lo abbandona, Javier inizia a farsi mangiare da un’altro sentimento pericoloso, l’invidia. Torna all’esterno della vecchia casa, occupata ora da nuovi inquilini, e li spia. Usa le seconde chiavi per entrare quando non ci sono, si interessa delle loro vite; inizia a svilupparsi nella sua mente un piano talmente contorto che nessuno, nemmeno il più arguto dei thriller-addicted, potrebbe comprendere. Non vi svelo il finale, direi che quel che vi ho detto è sufficiente per passare alle considerazioni.

CONSIDERAZIONI

Bello eh, anche se un po’ lento. Tuttavia la ritengo una consuetudine per questo genere di film, la lentezza nello sviluppo aumenta il phatos e carica la tensione dello spettatore, quindi ci può stare. La pazienza viene poi ripagata, con un crescendo di sviluppi nella parte finale.

Un aspetto deludente è la storia pregressa del protagonista. Non è ben chiaro se Javier è semplicemente stato licenziato, se ha litigato con i suoi vecchi datori di lavoro o se ha abbandonato spontaneamente il lavoro. Probabilmente lo hanno lasciato a casa contro la sua volontà, ma quanto costava al regista specificarlo? Avrebbe aumentato ancora di più il senso di immedesimazione nel personaggio. Una piccola lacuna a mio avviso.

La trasformazione e la perdita di ragione che Javier subisce è incredibile, curata, perfetta per quanto possa sembrare un’ossimoro accostare il concetto di “perfezione” e “irrazionalità“.

Nel complesso The Occupant è un ottimo film, una pellicola che merita la visione. Il cinema spagnolo mi sta appassionando sempre di più e non vedo l’ora di vedere qualcosa di nuovo. Quasi quasi faccio pure qualche passo indietro e vado a recuperare qualche vecchio film. Suggerimenti?