Editing è il manuale che illustra le più ricorrenti tecniche di revisione a chi è chiamato dalle case editrici a “correggere” e migliorare i libri di cui s’è decisa la pubblicazione. Nello stesso tempo il manuale può essere utilissimo agli autori esordienti per auto-correggersi, e proporre agli editori romanzi più efficaci ed accattivanti.
La materia è svolta non tanto teoricamente, quanto attraverso un’amplissima esemplificazione tratta da vari romanzi italiani, a cui seguono sistematicamente le proposte di correzione. Si tratta quindi di un’autentica novità nel mondo della tecnica letteraria.
LA MIA OPINIONE
Considero questo libro una grande vasca di informazioni, come anticipato dall’autore nella copertina che annuncia una “amplissima esemplificazione”. Credo che, oltre agli editor per formazione professionale, ogni autore esordiente dovrebbe leggere questo manuale. Si renderebbe conto degli innumerevoli errori compiuti in fase di stesura.
Il libro si sviluppa analizzando nel dettaglio tre fasi di revisione:
- Contenutistica
- Linguistica
- Stilistica
Nel primo punto viene analizzata la gratuità dei contenuti, passando in analisi psicologia dei personaggi, dialoghi degli stessi, incoerenze delle narratore – nello specifico quello onnisciente – e la creazione di trame spesso improbabili/irreali.
Nella seconda parte si parla appunto di lingua ed errori comuni. Vengono portati esempi di aggettivazioni banali e uso di temi scontati:
“Nel cielo brillava una bellissima luna piena“.
“Nel cielo brillava una freddissima luna piena“.
LO SKAZ
Ma si parla anche di argomenti meno conosciuti, come lo skaz. Per spiegarvi di che si tratta, riporto le parole utilizzate dallo stesso autore, Amedeo Benedetti:
“Un buon scrittore caratterizza quindi quanto più gli è possibile il parlato di ciascun personaggio col ricorso a particolari intercalari, a uno specifico tono, all’uso di termini preferenziali, di tic linguistici, di forme dialettali, di speciali giri di parole, di costruzioni personali della frase, di particolari scelte riguardanti la punteggiatura (specie relative ai punti interrogativi ed esclamativi), fino alla destrutturazione della lingua scritta e delle norme grammaticali che le sono proprie: insomma tutto ciò che – in gergo letterario – va sotto il nome di skaz”.
Nella terza e ultima revisione, come già anticipato sopra, si parla di stile: piattezza dell’espressione, assenza di originalità, cattivo gusto, scimmiottature, plagi e quant’altro.
Nel complesso si tratta di un’opera che, come tutti i manuali di formazione moderni, gli scrittori dovrebbero leggere molto più di tanti libri e classici acclamati. Un manuale per l’editing che diventa indispensabile indirettamente per l’autore, per far sì che il primo non debba poi mettersi le mani nei capelli e suicidarsi, giunto al momento della fatidica correzione.