Nella stesura di un romanzo è invevitabile ritrovarsi alle prese con la caratterizzazione dei personaggi. Ebbene, in questo articolo capiremo quali sono gli errori da evitare per giungere attraverso questi ultimi al modo migliore per caratterizzare i personaggi in un romanzo. Per quanto riguarda invece l’ideazione dello stesso, ti consiglio l’articolo di Marco Pennella all’interno della rubrica #comeloscrivo.

LA GRATUITA DEI PERSONAGGI

Il romanzo deve fare vedere i personaggi “dentro”, alle prese con il loro particolare destino. Essi devono sempre sembrare vivi, agendo con perfetta coerenza rispetto a quanto il lettore sa già di loro. Ogni loro cambiamento dovrà pertanto essere motivato e credibile. Di conseguenza, ogni descrizione che non sia strettamente necessaria e funzionale al racconto andrebbe eliminata:

ESEMPIO E CORREZIONE

LIBRO: manoscritto de I cristalli di Salisburgo.
AUTORE: Vittorino Moratti

“Sembri nato e cresciuto da queste parti!” – le poche parole furono l’epilogo di assai più lungo discorso sviluppato da Silvano non a parole ma con l’atteggiarsi del volto, con l’intensità dello sguardo, col frequente disporsi delle labbra al sorriso ad esprimere ammirata considerazione.

Originale

Vediamo ora il testo revisionato dall’editore Baroni:

“Sembri nato e cresciuto da queste parti!” – lo considerò con ammirazione Silvano.

La descrizione deve avere sempre di mira la maggiore conoscenza dei personaggi da parte del lettore, e quindi la conoscenza psicologica filtrata dal comportamento e dall’aspetto fisico descritti. I sentimenti devono quindi essere mostrati attraverso le azioni, le parole, le reazioni dell’ambiente.

Si dovrebbe cioé “mostrare”, e non “informare” direttamente, attivando così la compiaciuta partecipazione del lettore. Nella sua prefazione al Negro del “Narciso” Joseph Conrad dichiarava con forza il medesimo concetto:

Il mio compito, che sto tentando di svolgere, è, col potere dalla parola scritta, farvi udire, farvi sentire; è, sopra ogni altra cosa, farvi vedere. Questo, e non di più, ed è tutto.

Joseph Conrad

L’autore deve quindi dire poco degli attori del proprio romanzo, ma mostrarli quanto più e possibile in azione.

In un lungo romanzo di Emilia Pardo Bazàn, viene ripetuto cento volte che uno dei personaggi è assai gentile; ma, poiché non lo vediamo fare niente di gentile, il romanzo finisce con l’irritarci […] Non ci deve riferire ciò che è un personaggio: è necessario che lo vediamo con i nostri occhi”.

José Ortega Y Gasset, Sul romanzo

DESCRIZIONI BIOGRAFICHE

Detto questo, da eliminare senz’altro sono le descrizioni (o meglio, le schede) di stampo biografico e giornalistico, con toni quasi da curriculum, costituite in genere da particolari autobiografici ai quali l’autore attribuisce comprensibilmente enorme importanza, che non può però essere condivisa dal lettore.

ESEMPIO E CORREZIONE

LIBRO: manoscritto de I cristalli di Salisburgo.
AUTORE: Vittorino Moratti

Fra i due è Silvano il solo a disporre di preparazione musicale proveniente da studi specifici. Il suo incontro con la musica risale agli anni dell’adolescenza, trascorsi gran parte in seminario, dove era entrato per la forte aspirazione a diventare prete. Insegnava nell’istituto uno stimato musicista il quale, avendo individuato nell’allievo la predisposizione alla materia in misura non comune agli altri compagni di classe, lo aveva spronato ad approfondirne lo studio oltre i margini del programma scolastico.

Sensibile a tanto incoraggiamento, il giovane seminarista si era applicato con entusiasmo sottraendo il tempo per l’esercizio musicale alla ricreazione e agli svaghi. Ben presto aveva conseguito il primo attestato da incorniciare, preludio al diploma divenuto suo obbiettivo. L’avverso destino stava però tramando alle sue spalle.

D’un tratto dovette troncare gli studi, costretto a nuova vita, completamente diversa, dibattuto fra le preoccupazioni del lavoro insicuro. Fu vera fortuna se la fiamma divampata nel periodo della scuola resistette malgrado tutto. Essa anzi ingenerò nel giovane il convincimento di quanto doveroso fosse per lui non lasciare inutilizzate le basi conseguite e quindi il proposito di costruire qualcosa su quelle basi.

Originale

Vediamo ora il testo revisionato dall’editore Baroni:

La musica, e ne era conseguenza il viaggio verso Salisburgo e Mozart, aveva avvicinato Andrea e Silvano. Il secondo disponeva di preparazione musicale specifica. Fin dai tempi dell’adolescenza, in seminario, dov’era entrato per vocazione, un’insegnante aveva colto la sua predisposizione alla musica e l’aveva spronato ad approfondirne lo studio oltre i programmi scolastici.

L’allora seminarista, incoraggiato, s’era applicato con entusiasmo dedicandovi tutto il tempo libero. Ben presto appese il primo attestato, e si propose l’obbiettivo di un diploma del Conservatorio. Ma l’avverso destino, ahimé sempre avverso è il fato, gli tramava alle spalle.

Dovette troncare gli studi, all’improvviso, per la morte del padre. A quei tempi anche il seminario costava, e lui doveva continuare l’intrapresa di famiglia, con le preoccupazioni di un lavoro insicuro. Eppure la fiamma divampata non si spense. Silvano continuò a coltivare le basi conseguite; anzi, fece il proposito di costruire qualcosa su quelle fondamenta.

L’ABUSO DI FRASI FATTE

Da correggere saranno poi le frasi fatte e modi di dire di larghissimo uso (che hanno quindi perduto vivezza e forza descrittiva).

ESEMPIO E CORREZIONE

LIBRO: Per averti
AUTRICE: Laura Fioretti

Gloria sentì un brivido percorrerle il corpo

originale

Gloria per un attimo tremò tutta.

LIBRO: manoscritto de I cristalli di Salisburgo.
AUTORE: Vittorino Moratti

Il petto palpitava convulsamente. Mille pensieri si agitavano dentro di lei.

originale

Ansimava, mentre molti pensieri giravano vorticosamente dentro di lei.

LIBRO: La torre degli echi
AUTRICE: Lidia Conetti

Ann seguì la direzione del suo sguardo e si sentì gelare il sangue nelle vene.

Originale

Ann seguì la direzione del suo sguardo e impietrì.

FISSAZIONI vs ESAGERAZIONI

Giova molto, per la caratterizzazione di un personaggio, il dotarlo di pensieri non comuni, originali, particolari (o, se volete, fissazioni)

Credo di aver passato la vita a studiare gli spostamenti di peso e gli sbilanciamenti e i riassestamenti improvvisi, gli avanzamenti e arretramenti; è la cosa che so fare meglio, a parte suonare il pianoforte, credo.

Andrea De Carlo, Uto

Ma la ricerca di nuovi modi di descrivere l’aspetto e la psicologia dei personaggi non deve portare a bizzarrie o a casi di umorismo involontario, che naturalmente vanno rimossi:

Quella volta i piani del suo viso mutarono di colpo: la fronte, che si copriva di pieghe, si accorciò e il naso, già lungo e aquilino, si accrebbe occupando uno spazio ragguardevole davanti a sé. Gli occhi, lunghi e obliqui, scomparvero dietro le palpebre, e, al loro posto, comparvero bagliori verdeggianti.

Mariateresa Di Lascia, Passaggio in ombra

I piano del suo viso mutarono di colpo: la fronte, che si copriva di pieghe, sembrò accorciarsi, ed il naso, già lungo e aquilino, parve ancor più affilato.

Correzione proposta

Tutti i sensi possono essere chiamati a concorrere alla descrizione di un personaggio: odori, sapori, rumori, impressioni tattili non hanno minor carica informativa delle immagini, che invece predominano largamente nei romanzi. ecco alcuni buoni esempi di descrizioni “odorose”:

LIBRO: scegli me
AUTRICE: Alessandra Appiano

Odore di cibi buoni, di talco profumato, di basilico nei vasetti. Altro che la sua giungla di libri, giornali, ritagli, dvd, appunti, cartoncini di inviti a prime teatrali e cinematografiche…

Analogamente a quanto accade per le descrizioni d’ambiente, anche quelle relative ai personaggi non guadagnano dall’essere troppo minuziose:

LIBRO: Laguna
AUTRICE: Carla Vasio

Era sotto il filo teso del logo sguardo: gli occhi chiari del padre, fulmineo dietro le lenti, affrontavano il pallore della madre che via via si andava coprendo di un rossore trepido, vibrato, emozionato, mentre spalancava i grandi occhi leggermente obliqui, oscurati dall’arco netto delle sopracciglia nere, dalle lunghe ciglia, dall’ombra sulle palpebre capaci di non abbassarsi né battere per un tempo insostenibile lasciando scoperte nell’azzurro lucente della cornea le iridi fatte di una materia minerale verde cupo pagliettata d’oro, nero era il cerchio che chiudeva l’iride come il castone di un gioiello difettoso, nera la pupilla dilatata in cui lo sguardo affiorava da una profondità priva di luce.

Originale

Era sotto il filo teso del logo sguardo: gli occhi chiari del padre, fulmineo dietro le lenti, affrontavano il pallore della madre che via via si andava coprendo di un rossore trepido, mentre spalancava i grandi occhi leggermente obliqui, oscurati dall’arco netto delle sopracciglia nere, dalle lunghe ciglia, dall’ombra sulle palpebre.

Correzione

EVITARE INFORMAZIONI “AL CONTRARIO”

Poiché il compito della descrizione è dare al lettore informazioni che lo aiutino nel formarsi un’idea dei personaggi di cui sta seguendo le vicissitudini, non gli si può metter innanzi solo ciò che il personaggio non è, ciò che non fa, ciò che non sa:

LIBRO: Il Cerchio
AUTRICE: Franco De Longis

Se fosse stato un romantico avrebbe visto nel suo modo esteriore e spirituale d’agire un che di donchisciottesco o meglio di bel tenebroso, ma non era affatto romantico e neppure un realista ed insomma non riusciva a catalogarsi e quindi a rinchiudersi in una definizione, avendo un po’ di tutto e di niente.

Originale

Se fosse stato un romantico avrebbe visto nel suo modo esteriore e spirituale d’agire un che di donchisciottesco, ma non era affatto romantico e neppure riusciva a catalogarsi.

Correzione

EVITARE DESCRIZIONI IMMATERIALI

Per gli stessi motivi le descrizioni di personaggi non dovrebbero essere mai immateriali, astratte, e soprattutto tanto cerebrali da ridurre notevolmente la spontaneità e l’immediatezza dell’espressione. Il revisore dovrebbe quindi disboscare il testo dai periodi più complessi e difficili:

LIBRO: Passaggio in ombra
AUTRICE: Mariateresa Di Lascia

Una ragione in più per disinteressarmi delle poche faccende che superano gli impedimenti tenaci della mia accidia, e che si impongono a me come necessità: di questa soprattutto ho timore, nonostante l’abbia sgominata con la costanza della mia abiezione.

Originale

Una ragione in più per disinteressarmi delle poche faccende necessarie: la necessità mi fa paura, ma l’ho sgominata con la costanza della mia pigrizia.

Correzione