Pubblicare in Self-publishing o tramite casa editrice (C.E.)? La domanda divide ancora scrittori e amanti della letteratura. La crescita delle piattaforme digitali e la possibilità con la quale pubblicare in proprio diventa tanto semplice quanto pericoloso incoraggia molti autori a pubblicare il proprio libro libero dai vincoli editoriali. Ma al di là delle opinioni, quali sono realmente i punti da tenere in considerazione quando si effettua questa scelta?
Pubblicare con una Casa editrice: quando farlo?
Una casa editrice seria non vi chiederà soldi per pubblicare, partiamo da questo punto. Le E.A.P. (Editoria a pagamento) sono viste di cattivo occhio sia dai lettori che dagli utenti più generici. Pagare per stampare le proprie parole non ha molto senso!
Al contrario, una casa editrice vi fornirà un contratto editoriale dove propone servizi di editing, impaginazione, creazione cover e l’inserimento della vostra opera nei loro canali di vendita che possono essere fisici (in libreria) che digitali (store online e copie print-on-demand).
Quanto si guadagna con una casa editrice?
Le percentuali percepite dall’autore sono solitamente molto basse. Il lavoro di editing, le spese logistiche e di gestione vanno pagate, motivo per il quale le percentuali di guadagno sono spesso altamente sproporzionate tra voi e l’editore. Ma esiste un ramo molto importante, spesso specificato nei contratti ma non trattato con adeguata serietà: il marketing!
Il marketing di un libro
Fare marketing non significa pubblicare un post con la copertina del vostro libro, non significa chiedere due recensioni in giro né possiamo considerare marketing l’apparire nei principali store online. Soltanto una buona campagna di marketing può giustificare il vostro 10% sui guadagni dell’opera e questo significa promuovere, pubblicizzare, dare visibilità e saper parlare del prodotto alla giusta nicchia di riferimento. Se alcune case editrici sono altamente competenti nel fare questo, altre invece sembrano gestite da un gruppo di improvvisati senza alcuna conoscenza dell’argomento marketing, motivo per cui andrebbe rivista la percentuale dei compensi!
E così gli editori perdono i loro autori!
Quando l’editore è convinto di fare un buon lavoro e accusa la vostra opera di non essere all’altezza di affrontare la concorrenza ecco che gli scrittori pensano: “perché non pubblicare per conto mio?”, e l’idea è giusta, anzi, giustissima!
È così semplice pubblicare in self-publishing?
L’alternativa è tanto facile quanto ardua! Pubblicare un libro in proprio significa dover prendere coscienza e responsabilità su molti aspetti editoriali. Prima di tutto, anche se si sceglie una pubblicazione in proprio è bene affidare la propria opera a un’agenzia di editing. In secondo luogo, bisogna tenere in considerazione l’impaginazione e la creazione di una cover accattivante che sappia tener conto di alcune regole grafiche e visive. In ultimo, bisogna capire come gestire da soli il proprio marketing!
Questa parte può sembrare semplice ma se ci si limita a fare due post con il proprio libro non ci si allontana molto da quella cattiva idea di marketing di alcune case editrici che deludono i loro autori! Lo staff di sergiodetomi.it offre alcuni di questi servizi per aiutare gli autori esordienti a pubblicare il proprio libro in autonomia, riuscendo così a giovare anche di percentuali più alte e sicuramente più dignitose (dal 30 % al 70%)!
Self-publishing o casa editrice: chi vince questo scontro?
Possiamo rispondere dicendo che vincono e perdono entrambi, ciò che decide le sorti di questo scontro è la serietà con la quale editori o autori scelgono di avviare e curare il proprio progetto. Per quanto riguarda la polemica sull’infinità di libri presenti sul mercato a causa di piccoli editori e novelli autori, è vero: è un mercato intasato di robaccia! Ma robaccia non significa che un libro sia brutto, ma magari che questo non è ancora stato editato con la giusta passione!