Nel precedente articolo ti ho parlato dell’ordine normale dei costituenti. Tuttavia particolari esigenze comunicative – come la necessità di sottolineare il tema della comunicazione o di mettere in rilievo un determinato costituente – comportano l’uso di costruzioni con ordine marcato dei costituenti. In poche parole, diverso da quello naturale. Nei prossimi paragrafi esaminerò le possibilità che la lingua italiana offre in questo settore.
LIVELLI DI MARCATEZZA
Il termine “marcato” riveste più significati in linguistica. Con riferimento ai problemi di cui mi occuperò nel presente capitolo si possono distinguere tre livelli di costruzioni con ordine marcato:
- Una frase può essere marcata fonologicamente quando possiede un andamento intonativo diverso da quello normale;
- Può essere marcata sintatticamente quando non viene rispettato l’ordine basico dei costituenti;
- Infine, può essere marcata pragmaticamente quando si evidenziano alcuni elementi piuttosto che altri.
Naturalmente i diversi livelli di marcatezza ora esaminati sono di norma compresenti, nel senso che una frase marcata pragmaticamente tende ad esserlo sintatticamente e, nel parlato, anche fonologicamente. Per esempio, la frase:
Non faccio simili cose, io!
è marcata fonologicamente per la preminenza accentuativa conferita al pronome io. Poi è marcata sintatticamente per l’ordine postverbale del soggetto e infine marcata pragmaticamente perché si vuole evidenziare enfaticamente il soggetto.
Il procedimento con il quale si sottolinea agli ascoltatori la preminenza di un costituente sugli altri è chiamato focalizzazione.
Definizione
Il termine è una metafora presa in prestito dall’ottica, chiaramente. Si hanno possibilità alternative che non si escludono a vicenda: è altrettanto corretto, dal punto di vista grammaticale, dire “non vado al cinema con loro” quanto dire “con loro al cinema non vado“; la variante “con loro al cinema non ci vado” con la presenza ridondante del pronome atono ci, è invece più colloquiale.
Il criterio con cui si possono giudicare tali possibilità alternative non è, come per altri fenomeni trattati nei precedenti articoli, la correttezza grammaticale, bensì l’adeguatezza del messaggio alla situazione comunicativa e agli scopi del parlante.