Quotidianamente mi giungono richieste di chiarimento riguardanti dubbi grammaticali sulla scrittura di determinate parole. Apostrofi, doppie mancanti o abbondanti, accenti, parole dal sesso indefinito; insomma, di tutto e di più. Ho deciso quindi di scrivere un articolo che derima tutti i dubbi e che sia d’aiuto a chi – come tanti altri – sbaglia senza nemmeno rendersene conto.

ENTUSIASTO / ENTUSIASTA

Sono entusiasto di prendere parte a questa iniziativa

Errore. Se si parla al singolare, l’aggettivo correto è “entusiasta”

Diverso è il discorso al plurale, dove entustiasta diventa entusiasti al maschile ed entusiaste al femminile.

CENTRO O C’ENTRO?

Ma che centra tutto questo con il discorso che sto facendo?

Errore. La forma corretta è c’entro

C’entro non è altro che la particella “ci” in funzione di avverbio unita al verno entrare coniugato al modo indicativo presente. Letteralmente, significherebbe: in quale modo tutto questo entra nel discorso? C’entro è molto diverso dalla parola centro, utilizzabile in più occasioni: “Ho fatto centro!” Oppure “Il centro di qualcosa”.

IN FONDO / INFONDO

Discorso che ho già affrontato in un altro articolo [leggilo qui].

OBIETTIVO / OBBIETTIVO

Le due forme, va detto, sono entrambe ortograficamente correte. Il discorso varia solamente se si parla dell’obiettivo fotografico: in questo caso, è preferibile l’uso di una singola B.

UN INCREDIBILE / UN’INCREDIBILE

l’uso dell’aggettivo incredibile ai fini di questo esempio è irrilevante. Ciò che conta e su cui voglio porre l’attenzione è l’articolo UN, o meglio l’apostrofo che in esso viene posto. Devo usarlo oppure no? Come fare a capirlo? In realtà, è molto semplice.

Un’incredibile avventura.

Avventura è femminile, quindi si usa l’apostrofo.

Un incredibile palazzo

Palazzo è maschile, quindi non si usa l’apostrofo.

A VOLTE / AVVOLTE

Pensavo fosse ovvio, ma forse non lo è poi così tanto. Dunque precisiamolo: è lo stesso discorso di infondo/in fondo, non esiste una forma giusta e una sbagliata; sono semplicemente due cose diverse e dipende dal contesto in cui si sta parlando. A volte significa “qualche volta“, mentre avvolte è la coniugazione del verbo “avvolgere“.

CE NE / CE N’È

Anche qui, per l’ennesima volta, non esiste forma giusta e sbagliata. Il modo migliore per spiegare la differenza tra “ce n’è” e “ce ne” è solo una: portando pratici esempi.

Ce ne andiamo subito. Alla prossima!

Ce n’è stato qualcuno, in realtà.

In parole povere – tanto povere – ce n’è va usato quando il verbo essere richiede l’accento.

A POSTO / APPOSTO

Si usa “a posto” per indicare che tutto è sistemato, dunque “è tutto a posto“, al proprio posto. Diversamente, apposto è la coniugazione del verbo “apporre“, che significa “porre accanto, sopra o sotto“.

PROPRIETARIO / PROPIETARIO

Uno dei dilemmi che mi è stato posto più volte nell’ultimo periodo. Come faccio a capire qual è la forma giusta tra propietario e proprietario? Qui posso capire le perplessità, per un individuo che non ha familiarità con la grammatica italiana e le sue forme/derivati. La risposta va ricercata nella radice che genera la parola.

Proprietario deriva da proprietà o da propietà? Il dubbio potrebbe permanere.

Proprietà – o propietà – deriva da proprio o da propio? Propio non esiste, così come non esiste propietà e nemmeno propietario. Il dubbio è risolto, si dice proprietario, che deriva da proprietà, che deriva da proprio.

Spero di aver chiarito dunque gran parte delle vostre perplessità. Se avete altri dubbi, non esitate a porli nei commenti!