Nello scritto la ripetizione delle stesse parole a breve distanza è spesso inutile e appare come un segno d’imperizia: in altre circostanze è invece utile e perfino necessaria. Cominciamo da quest’ultimo caso.
NEI NOTIZIARI
Quando alla radio o alla televisione l’annunciatore, leggendo il notiziario, parla di un avvenimento o di una persona, è necessario che l’uno e l’altra siano nominati più volte espressamente nel corso della narrazione, senza sottintesi e senza ricorrere a sostituti che potrebbero risultare equivoci, date le condizioni in cui è ricevuto il messaggio. Infatti chi ascolta è
soggetto alla distrazione (più di chi legge) oppure può accendere la radio o il televisore quando il messaggio è stato già in parte trasmesso. Pertanto un buon annunciatore si ricorderà di citare più volte il soggetto dell’azione e il tema fondamentale, soprattutto quando il messaggio è lungo:
Alberto Tomba è giunto oggi a Innsbruck accompagnato dall’allenatore e da alcuni compagni di squadra. Il suo arrivo è avvenuto in anticipo rispetto alle previsioni… Come di consueto, una folla di tifosi ha accolto all’aeroporto Tomba, che è apparso a tutti in ottima forma. Il ricordo dell’infortunio di tre mesi fa è ormai lontano. Tomba ha promesso una sicura vittoria. «Sarà un successo meritato» ha aggiunto tra gli applausi dei presenti. A chi gli domandava un pronostico sulla coppa del mondo, Tomba ha risposto sorridendo che ci sono ottime ragioni per essere ottimisti.
Supponiamo che la stessa notizia sia pubblicata in un quotidiano. Nella lingua scritta la ripetizione del nome del campione in ciascuna frase sarebbe inutile e fastidiosa. Avendo presente l’intero testo scritto, il lettore non può aver dubbi sul soggetto dell’azione. Il giornalista può fare a meno di ripetere ad ogni passo il nome di Tomba. Dove è possibile lo eliminerà del tutto; altrove userà dei sostituti: lo sciatore, il campione, l’atleta. Ciò è un aspetto della coesione testuale.
NELLA SCUOLA
In un tema scolastico la scelta di un sostituto (sinonimo o espressione equivalente) richiede una certa cura; in particolare, quando si tratta di argomenti tecnici bisogna fare attenzione ai contenuti. In ogni caso sarà bene evitare l’uso di sostituti particolarmente artificiosi come quelli che si ritrovano talvolta nella prosa giornalistica: la neve = il soffice manto = il manto nevoso = la bianca coltre, Napoli = il capoluogo partenopeo = la città del Vesuvio. I sinonimi più belli sono i più semplici. Inoltre non bisogna dimenticare che una buona sintassi del periodo elimina molte ripetizioni inutili. Si vedano due esempi di riscrittura:
ESEMPIO 1
VERSIONE 1: Mia sorella abita al centro della città in una vecchia casa. Io sono affezionato, a mia sorella.
VERSIONE 2: Mia sorella, alla quale sono molto affezionato, abita al centro della città in una vecchia casa.
ESEMPIO 2
VERSIONE 1: Ho scritto il tema che mi è stato suggerito dalla lettura dell’articolo. Poi ho riletto il tema per correggerne gli errori.
VERSIONE 2: Dopo aver scritto il tema che mi era stato suggerito dalla lettura dell’articolo, l’ho riletto per correggerne gli errori.
CONCLUSIONE
Nella lingua parlata, la ripetizione di una parola può essere utile e necessaria. Nella lingua scritta sarà bene evitarla, per non costruire frasi e testi sciatti e noiosi. È bene aggiungere però che anche nella lingua scritta la ripetizione, ben scelta e realizzata, serve spesso per ottenere determinati effetti di stile. I grandi scrittori non hanno timore di ripetere le stesse parole a breve distanza e in particolari circostanze. Ma si tratta appunto di grandi scrittori…