II testo informativo ha lo scopo di arricchire le conoscenze del destinatario su un determinato problema, mettendo a sua disposizione dati e notizie di diversa natura.

TESTO ARGOMENTATIVO | TIPOLOGIE

I principali tipi di testo informativo sono i manuali scolastici, le voci di enciclopedie, gli articoli scientifici e giornalistici, le guide turistiche. Seppure in forma molto schematica, assolvono alla funzione informativa anche semplici elenchi di dati e tabelle, come l’orario dei treni o l’elenco dei nati vivi in Italia in un anno determinato.

IL COMPITO DI CHI COMPONE

Il compito di chi compone un testo informativo consiste nel tradurre i dati contenuti in forma schematica nelle fonti (per esempio, le cifre relative al commercio estero dell’Italia nell’ultimo decennio) in un testo non schematico (per esempio, un saggio sul mutamento dei consumi degli italiani).

LE CARATTERISTICHE DEL TESTO

La chiarezza, l’organicità, la coerente disposizione delle parti sono caratteristiche fondamentali del testo informativo. Si nota invece una spiccata variabilità per quanto riguarda la tecnica compositiva: in un testo informativo possiamo trovare parti narrative, descrittive, e argomentative variamente composte in un insieme, Per quanto riguarda il criterio di ordinamento delle informazioni noteremo che:

  • in un manuale di storia l’esposizione degli eventi segue preferibilmente un criterio cronologico (di tipo narrativo)
  • la riflessione sugli eventi stessi segue invece un criterio logico (di tipo argomentativo)
  • in un manuale di fisica prevale l’esposizione causale-argomentativa
    • ma anche in quest’ultimo caso vi possono essere narrazioni (per esempio, come si è giunti a un’importante scoperta scientifica)
    • o descrizioni (la forma di un oggetto, le modalità di realizzazione di un esperimento).

ESEMPI DI TESTO ARGOMENTATIVO

Come esempio di testo informativo esamineremo l’avvio di un capitolo di un manuale scolastico di fisica intitolato «Onde elastiche e Acustica». Subito dopo il titolo c’è un sommario breve che anticipa gli argomenti trattati nel capitolo:

OBIETTIVO

In questo capitolo ci occuperemo innanzitutto delle onde elastiche e poi della sensazione sonora che producono in noi quelle particolari onde elastiche che sono percepite dall’orecchio. A tale scopo introdurremo i concetti di velocità e lunghezza d’onda dei suoni e descriveremo i diversi fenomeni che si osservano allorché il suono si propaga in un mezzo materiale. Il capitolo termina con una carrellata sulle principali applicazioni tecniche […].

Questo breve sommario facilita la lettura del capitolo perché ne espone con una prosa semplice i contenuti. Sarebbe riuscito certamente più noioso un semplice elenco di argomenti:

  • 1. onde elastiche
  • 2. onde acustiche
  • 3. velocità e lunghezza delle onde acustiche ecc.

DIFFERENZE DA NOTARE

si definisce il brano obiettivo, non sommario, si parla di carrellata, non di brevi cenni (abbiamo qui una metafora tratta dal linguaggio cinematografico); in prima battuta si parla di «quelle particolari onde elastiche che sono percepite dall’orecchio», non di onde acustiche.

UN ALTRO ESEMPIO

Il primo paragrafo, intitolato «La propagazione per onde», comincia con una dichiarazione generale, seguita da un esempio (chi scrive sottolinea il fatto che si tratta di un esempio “a tutti ben noto”):

/ concetti di «onda” e di «propagazione per onde» sono fra i più importanti di tutta la Fisica. Per chiarire che cosa s’intenda con queste espressioni, cominciamo da un semplice esempio particolare, a tutti ben noto. Se si fa cadere un sassolino sulla superficie tranquilla dell’acqua di uno stagno (figura 1.1) o dell’acqua contenuta in un recipiente, si osserva che, dal punto in cui esso è caduto, pane un’increspatura della superficie dell’acqua, che ha la forma di un cerchio […].

È da notare qui il rinvio dal testo all’illustrazione che sta nella parte bassa della pagina: «Onde in uno stagno». Dopo la descrizione viene la prima definizione:

Questa increspatura è chiamata onda non soltanto nel linguaggio corrente, ma anche in Fisica; e il fatto che, partendo dal punto O in cui è caduto il sassolino, essa si allarghi tutto attorno, percorrendo così in tutte le direzioni la superficie dell’acqua, si esprime dicendo che /’onda si è propagata sulla superficie dell’acqua […].

Notiamo alcuni aspetti: i vocaboli e le frasi importanti, che sono oggetto di una definizione, sono stampati con caratteri diversi (in neretto e in tondo); nel primo caso è definito un termine mediante un’equivalenza: increspatura = onda; nel secondo caso a un’espressione della lingua comune si fa seguire un’espressione specifica. Si noti che nel primo caso chi scrive evidenzia il fatto che onda è un vocabolo presente sia nella lingua comune sia nel linguaggio scientifico. Si notino infine le formule esplicative: «è chiamata», «si esprime dicendo».

ESEMPIO FINALE

Nella terza parte del paragrafo, dopo uno spazio bianco, si trae una conseguenza:

Questo esempio permette di porre in luce una caratteristica molto importante: la propagazione dell’onda non da luogo ad alcun trasporto di materia. Se, in un punto generico P (diverso da O) della superficie dell’acqua vi è un piccolo galleggiante, si vede che esso non viene trascinato dall’onda nella direzione in cui questa si propaga, ma acquista un moto oscillatorio in direzione verticale: la sua distanza dal punto O non varia.

Dal momento che nel capoverso precedente è stato definito il significato tecnico del verbo propagare, appare lecito usare ora il nome derivato propagazione. Il linguaggio scientifico procede per definizioni: quando se ne è fissata una, questa diventa, per così dire, l’appoggio per compiere una mossa in avanti, per raggiungere un’altra definizione e così di seguito. Chi scrive è come il rocciatore, il quale pianta via via, sempre più in alto, degli arpioni sulla roccia. Per procedere più speditamente la dimostrazione ha bisogno di simboli usati in luogo eli espressioni: 0 = «il punto in cui è caduto il sassolino», P = «il punto generico della superficie dell’acqua (diverso da O) in cui vi è un piccolo galleggiante».

Con i simboli si attua una grande economia di mezzi linguistici: al tempo stesso si ottiene un “tono” rigoroso, scientifico, del testo. La prospettiva testuale messa in atto nel manuale ora citato risponde ad un determinato fine: esposizione chiara, ordinata, adatta alle esigenze della scuola. Il
collegamento tra le varie parti di cui si compone il passo e il rapporto con la fotografia del fondo pagina «Onde in uno stagno» rivelano un progetto testuale che sa inserire definizioni e princìpi nella trama di una quasi-conversazione.

DEFINIZIONE “ENCICLOPEDICA”

Un diverso progetto testuale appare invece in una definizione “enciclopedica” dello stesso fenomeno:

Si parla di propagazione per onde di una perturbazione tutte le volte che in uno o più punti di un corpo, o più genericamente di un mezzo o di un ente fisico, si determina una perturbazione di qualche caratteristica (per esempio in un corpo elastico uno spostamento di suoi punti dalle loro posizioni di riposo) e questa perturbazione, generalmente a carattere oscillatorio periadico, si trasmette dai punti ove si è generata a zone ad essi circostanti. Una siffatta propagazione non è necessariamente accompagnata da un trasporto di materia.

Come appare, l’insieme è qui più compatto: manca quella progressione didattica che era presente nel manuale. Il discorso è rivolto ad un pubblico diverso. La definizione di un manuale fa riferimento a rapporti testuali con altre parti del manuale stesso; la definizione “enciclopedica” mira ad essere autosufficiente. Si noti anche la differenza della struttura sintattica: sciolta nel manuale; serrata nel secondo testo, dove noteremo tra l’altro la presenza di una proposizione racchiusa in una parentesi e di due incidentali. La diversità del progetto testuale presente nei due testi dipende dai diversi fini che si propongono gli emittenti, i quali mirano a due tipi diversi di pubblico.