Prima di parlare di forma attiva e passiva di un verbo, è necessario definire con precisione la differenza che sussiste tra verbi transitivi e intransitivi. Partiamo dalla definizione di verbi transitivi.
VERBI TRANSITIVI
Si chiamano transitivi (dal latino TRANSIRE ‘passare’) i verbi che possono avere un complemento oggetto.
In una frase come:
“Marco legge un libro”
l’oggetto del leggere è esplicitamente indicato: si tratta di un libro. Non sempre però i verbi transitivi, per avere senso compiuto, devono essere seguiti da un complemento oggetto; spesso questo risulta, per così dire, “cancellato”:
“Marco legge”.
In tal caso il verbo transitivo viene usato in forma assoluta, senza complemento oggetto, ma continua a rimanere transitivo. Nella nuova frase (Marco legge) viene messa in evidenza l’azione in sé e per sé che il soggetto compie, mentre manca l’oggetto determinato; è implicito, tuttavia, che un oggetto esiste anche se non espresso, in quanto l’azione di leggere non si può concepire se non in rapporto a qualcosa che sia oggetto della lettura.
VERBI INTRANSITIVI
Sono definiti intransitivi i verbi che non possono avere un complemento oggetto.
Vediamo alcuni esempi:
- I campi biondeggiano
- Giovanni è partito
- Siamo finalmente arrivati
- Io esco
- Teresa dorme
Nel primo e nel secondo esempio i verbi (impallidire, biondeggiare) indicano uno stato; negli altri quattro i verbi (partire, arrivare, uscire, dormire) indicano un’azione. Si tratta comunque di uno stato e di un’azione che si esauriscono nel soggetto, tant’è vero che i verbi non sono nemmeno seguiti da un complemento.
Anche se il complemento ci fosse, servirebbe solo a precisare alcune circostanze dello stato o dell’azione ma non potrebbe mai essere un complemento oggetto:
- L’uomo impallidì per lo spavento
- I campi biondeggiano di spighe
- Giovanni è panilo in tutta fretta
- Siamo finalmente arrivati a casa
- Io esco con i miei amici
- Teresa dorme tutto il pomeriggio
Si noti la differenza tra “Teresa dorme tutto il pomeriggio” e “Teresa mangia tutto il panino“; in quest’ultima frase si ha un verbo transitivo (mangia) seguito da un complemento oggetto (tutto il panino), mentre nella frase precedente si ha un verbo intransitivo (dorme) seguito da un complemento di tempo senza preposizione (tutto il pomeriggio).
Sono intransitivi anche i verbi come aderire, giovare, rinunciare ecc… che hanno un ”oggetto”, espresso però da un complemento indiretto:
- Aderisco all’iniziativa
- La ginnastica giova al fisico
- Non rinunciare a ciò che ti spetta.
DA INTRANSITIVO A TRANSITIVO
Verbi normalmente intransitivi diventano transitivi quando sono seguiti dal cosiddetto “complemento oggetto interno”, che è rappresentato da un sostantivo che ha la stessa base del verbo:
- Vivere una vita felice
- Parlare parole chiare
Si considerano casi di complemento oggetto interno anche: piangere lacrime amare, dormire sonni tranquilli e simili, dove tra verbo e oggetto intercorre un rapporto semantico particolarmente stretto.
Alcuni verbi possono essere transitivi oppure intransitivi, cambiando di significato: aspirare il fumo e aspirare a una carica; attendere un amico e attendere a un lavoro. La partizione dei verbi in transitivi e intransitivi è stata sottoposta a critica dai moderni indirizzi di ricerca linguistica: una diversa possibilità di classificazione della reggenza
verbale o, per esempio, affidata alla nozione di valenza.