Dopo l’elisione, in questo articolo analizzeremo cos’è il troncamento e in quale circostanze avviene. Partiamo come sempre dalla definizione del termine:
II troncamento è la caduta della parte finale di una parola.
A differenza dell’elisione, che si può avere soltanto quando la parola successiva comincia per vocale, il troncamento si può avere anche quando la parola che segue comincia per consonante, purché non si tratti di 5 preconsonantica (s impura), z, gn, x, ps: un tavolo, bel posto-, ma: uno stivale, hello zaffiro.
Perché si possa avere un troncamento è necessario inoltre che la vocale finale sia atona e che sia preceduta da /, r, n e (raramente) m:
- a caval donato
- suor Teresa
- nessun amico.
Può essere vocalico o sillabico: può cadere cioè la sola vocale finale, come in cuor dì leone, buon ragazzo, o l’intera sillaba finale, come in fra Cristoforo, quel signore.
Il troncamento si ha con uno e alcuno, nessuno, ciascuno:
- un albero
- alcun modo
- nessun operaio
- ciascun abito
Si ha anche con buono (buon anno) e con quello seguito da consonante (quel viale). È normale pure con bello, grande, santo seguiti da consonante:
- bel giovane
- gran casa
- san Francesco
Inoltre, è frequente con tale e quale:
- un tal individuo
- qual è
Si troncano anche frate e suora davanti a nomi propri:
- fra Luigi
- suor Maria.
In genere non si ha troncamento al plurale: buon uomo ma buoni uomini. Nessun segno grafico indica il troncamento. Solo in pochi casi viene indicato con l’apostrofo: po’ (poco) e di’, fa’, sta’, da’ (forme dell’imperativo
dei verbi dire, fare, andare, stare, dare).
Un accorgimento per distinguere quando sia necessario mettere l’apostrofo (elisione) e quando no (troncamento) è questo: si ha troncamento, e perciò non ci vuole l’apostrofo, quando la parola, così accorciata, può essere posta davanti a un’altra parola che cominci per consonante; altrimenti si ha elisione, e ci vuole l’apostrofo. Per esempio:
- qual era (perché si dice qual buon vento)
- buon onomastico (perché si dice buon compleanno)
- ma poveruomo (perché non si può dire pover dottore)