Oggi parlerò di analisi sintattica, analisi logica e analisi grammaticale.

ARGOMENTI


ANALISI LOGICA

L’analisi logica consiste nell’identificare le categorie sintattiche presenti nella frase semplice (cioè il soggetto, il predicato, i complementi, l’attributo, l’apposizione). Fin dalle origini della filosofia occidentale, logica e riflessione sulla lingua appaiono fra loro mescolate. Ecco perché ancora oggi ci serviamo di concetti logici per spiegare che cosa sono il soggetto, il predicato, i complementi ecc…

ANALISI GRAMMATICALE

L’analisi grammaticale, invece, consiste nell’identificare le categorie grammaticali o parti del discorso (che sono tradizionalmente nove: articolo, nome, aggettivo, pronome, verbo, avverbio, preposizione, congiunzione, interiezione) e nel descriverle accuratamente secondo certi criteri, distinguendone specie e sottospecie.

Delle nove parti del discorso, cinque si dicono variabili perché possono mutare le loro terminazioni: articolo, nome, aggettivo, pronome, verbo; quattro si dicono invariabili perché non possono mutare le loro terminazioni: avverbio, preposizione, congiunzione, interiezione.

Per chiarire il concetto di variabilità è opportuno fare alcune brevi osservazioni sulla struttura della parola. Consideriamo i vocaboli bello, bella, belli, belle; in essi notiamo che una parte rimane immutabile (il lessema bell-) mentre l’altra subisce delle variazioni (i morfemi -o, -a, -i, -e).

La parte immutabile si chiama anche radice, quella variabile desinenza. Oltre alla radice e alla desinenza, altri elementi possono concorrere a formare una parola, come per esempio prefissi e suffissi (di cui parlerò presto).

ANALISI SINTATTICA

L’analisi sintattica della frase complessa consiste nell’identificare le varie specie di proposizioni che compongono la frase complessa (proposizione principale, coordinata, subordinata ecc).

Accanto all’analisi logica, grammaticale e sintattica, alcuni principi della linguistica moderna ci aiutano a capire meglio come una lingua vive e si sviluppa. Nella sua realtà concreta, la lingua non si presenta in parti isolate (cioè in frasi, proposizioni, parole); una lingua si presenta in testi.

Un testo si può definire come un atto comunicativo che appare orientato verso un certo tema e che dimostra di possedere un intenzione e una finalità chiaramente definite. Un testo può avere una varia estensione e vario carattere; può essere scritto oppure orale.

Nel testo si distinguono le frasi, che sono delle unità di senso compiuto. Una frase può essere composta da più proposizioni o di una sola proposizione (si chiama proposizione ogni segmento della frase fornito di un predicato). Una frase composta da una singola proposizione si dice frase semplice, altrimenti se ha più proposizioni si dice frase complessa.

Occorre poi distinguere tra frase verbale, provvista di verbo:

Mario uscì di casa.

E frase nominale, sprovvista di verbo:

A buon intenditore, poche parole.

A parte vanno considerate le cosiddette frasi elittiche, quelle cioè in cui uno dei componenti essenziali della frase viene sottinteso. L’elissi è particolarmente frequente nelle strutture coordinate, in cui si può fare a meno di ripetere il soggetto.

La squadra ha giocato molto bene ma (la squadra, ecco l’elissi) non è riuscita a ottenere la vittoria.

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