Qual è la differenza tra discorso diretto e indiretto? Vediamolo subito. Per esempio, consideriamo le due frasi:
- Marco mi disse: “vengo subito”.
- Marco mi disse che veniva subito.
Nel primo esempio, la frase compresa tra virgolette è un discorso diretto, perché riporta direttamente, come furono pronunciate, le parole di Marco. Queste stesse parole sono riferite nel secondo esempio attraverso una proposizione dipendente del verbo dire, cioè un discorso indiretto.
Oltre al verbo dire, introducono sia il discorso diretto sia l’indiretto verbi come domandare, chiedere, rispondere e in generale tutti quelli di significato dichiarativo.
Quando il verbo della proposizione reggente è al passato, la trasformazione del discorso diretto in discorso indiretto comporta un cambiamento nel verbo della proposizione dipendente.
Se nel discorso diretto vi è:
- L’indicativo presente: disse “me ne vado”;
- Un tempo passato dell’indicativo: disse “me ne andai”;
- Un tempo futuro: disse “me ne andrò”;
- L’imperativo: disse “vattene!”.
Nel discorso indiretto si ha:
- L’indicativo imperfetto: disse che se ne andava;
- il trapassato prossimo dell’indicativo: disse che se n’era andato;
- il condizionale passato: disse che se ne sarebbe andato;
- il congiuntivo imperfetto: disse che se ne andasse.
Le interrogative, trasformandosi da dirette in indirette, mutano spesso il modo del verbo da indicativo in congiuntivo. Ecco che gli chiese: “dove vai?”, diventa gli chiese dove andasse o dove andava.
Quando il verbo della reggente è al presente o al futuro non si ha alcun cambiamento nei tempi, passando dal discorso diretto all’indiretto. In molti dei casi visti in precedenza, volgendo il discorso diretto in indiretto si può usare la forma implicita:
- Dice (o dirà o disse) di andarsene;
- Dice (o dirà o disse) di essere andato via.
SUBORDINATA IMPLICITA O ESPLICITA
La scelta tra subordinata esplicita e subordinata implicita dipende da vari fattori (identità o meno del soggetto della reggente e della oggettiva, valore semantico del verbo reggente, possibile ambiguità della frase ecc.). Si tratta di un problema complesso (vedi questo articolo). Osservate:
- Maria ordina a Luigi: “Esci!” —> Maria ordina a Luigi di uscire;
- Maria prega Luigi: “Aiutami!” —> Maria prega Luigi di aiutarla;
- Luigi dice a Maria: “Me ne vado!” —> Luigi dice a Maria di andarsene (ambiguità: chi dei due esce?) o Luigi dice a Maria che lui se ne va.
DA PRIMA A TERZA PERSONA
Nel passaggio dal discorso diretto a quello indiretto sono necessari alcuni cambiamenti. I pronomi di prima e di seconda persona (personali e possessivi) e le forme verbali di prima e di seconda persona diventano di terza persona, quando il verbo reggente è di terza persona.
- Dice: “io me ne vado da casa tua” —> dice che egli se ne va da casa sua.
In questo esempio, io del discorso diretto diventa egli in quello indiretto. Me ne diventa se ne, vado diventa va, tua diventa sua. Altri cambiamenti poi possono risultare necessari. Da questo a quello, da qui a lì e così via.
AGGIUNTA DI PAROLE
Talvolta accade di dover aggiungere qualche parola (per esempio, un pronome) che nel discorso diretto è sottintesa, mentre nel discorso indiretto è indispensabile per la chiarezza della frase:
- Ugo disse a Maria: “Guarda che bel lavoro ho fatto!” —> Ugo disse a Maria di guardare che bel lavoro egli aveva fatto.
Non sempre si può rendere nel discorso indiretto l’espressività del discorso diretto: così, nel seguente esempio: “Senti un po’”, disse Mario, “hai fretta?“, quel senti un po’ è una formula tipica del parlato, che non può essere tradotta in discorso indiretto (la frase Mario gli disse di sentirlo un po’ avrebbe un altro senso).
Le proposizioni già subordinate nel discorso diretto, se implicite rimangono invariate:
- Mi disse: “Cerca di stagli vicino” —> mi disse di cercare di stargli vicino.
Se esplicite conservano lo stesso modo, mentre per il tempo seguono le regole già esposte:
- Mi disse: “Parto immediatamente, se è possibile” —> mi disse che partiva immediatamente, se era possibile.
Qui termina l’articolo dedicato alle differenze tra il discorso diretto e indiretto, che in realtà è più che altro un articolo sul passaggio dal primo al secondo.