Vari sono i criteri di classificazione delle subordinate proposti dai linguisti. Il più diffuso è di tipo funzionale e consiste nel considerare le subordinate di una frase complessa alla stregua di espansioni degli omologhi costituenti della frase semplice (soggetto, complemento oggetto, attributo ecc…). Seguendo questo criterio, possiamo distinguere tra proposizioni:

COMPLETIVE: svolgono la funzione di soggetto o di complemento oggetto. Vi appartengono le proposizioni soggetive, oggettive, dichiarative, interrogative indirette;

ATTRIBUTIVE: svolgono la funzione dell’attributo o dell’apposizione. Vi appartengono le proposizioni relative;

CIRCOSTANZIALI: svolgono la funzione di quei complementi che indicano le circostanze (tempo, causa, fine ecc…) in cui è realizzata un’azione. Vi appartengono le proposizioni temporali, causali, finali ecc. All’interno delle circostanziali si può individuare un sottogruppo, costituito dalle proposizioni causali, finali, consecutive, concessive e ipotetiche che esprimono, secondo diverse modalità, il rapporto logico di causa/conseguenza tra l’evento espresso nella principale e quello espresso nella subordinata.

SUBORDINATE ARGOMENTALI E AVVERBIALI

Parzialmente diversa risulta la classificazione delle subordinate operata sulla base della valenza del verbo. Secondo tale prospettiva, le subordinate possono essere distinte in argomentali e avverbiali. Le argomentali costituiscono l’espansione di uno degli argomenti del verbo della frase principale. Esse possono svolgere la funzione di soggetto (soggettive), di complemento oggetto (completive oggettive: Gianni sà di essere bravo), o di complemento indiretto (completive oblique: Gianni si è accorto di essere bravo).

Completano il quadro delle frasi argomentali le interrogative indirette. Le avverbiali (causali, temporali, concessive ecc) costituiscono invece delle aggiunte non strettamente richieste dalla struttura valenziale del verbo della frase semplice. A parte vanno considerate le relative, che non costituiscono un’espansione del verbo, ma di un sostantivo della frase principale (l’antecedente).

Se invece si adottano criteri formali, si può operare la seguente classificazione e si hanno proposizioni:

  • Congiuntive: introdotte da una congiunzione subordinativa (che, quando, come, se, perché, affinché, dopo che ecc…);
  • Interrogative: sono introdotte da pronomi e congiunzioni interrogativi (chi, quale, che cosa, quanto, quando, dove, perché, come, se ecc…);
  • Relative: sono introdotte da pronomi relativi;
  • Participiali: hanno alla loro base un participio;
  • Gerundive: hanno alla loro base un gerundio;
  • Infinitive: hanno alla loro base un infinito.