In questo articolo vi spiegherò nel dettaglio cos’è la Parafrasi e, per farlo, mi servirò di numerosi esempi. Parlando e scrivendo capita talvolta di dover usare una parola o un’espressione rara, difficile, nuova, tale comunque da riuscire incomprensibile al ricevente.

Prevedendo tale incomprensione, oppure direttamente sollecitati da una domanda («Che cosa vuoi dire? Che cosa intendi dire?»), si può aggiungere subito una spiegazione.

Vediamo due esempi tratti dalla stampa e uno ripreso da un romanzo:

  • L’ipertermia, cioè la febbre alta, è uno dei sintomi della malattia.
  • Il presidente vuole introdurre nell’economia americana la “deregulation”, la delegificazione, cioè la eliminazione di tante leggi e di tanti divieti che pongono dei limiti alle attività delle imprese.
  • Il suo comportamento [della sentinella] nei confronti di chi entrava e usciva era imprevedibile: a volte pretendeva il «propusk», vale a dire il lasciapassare; altre volte chiedeva solo il nome; altre volte ancora, un po’ di tabacco, o anche nulla. (P. Levi, La tregua, p. 73).


Nel primo e nel terzo esempio si ha una semplice traduzione (di un vocabolo tecnico formato con elementi greci, di un vocabolo russo). Nel secondo esempio si traduce l’inglese con il neologismo delegificazione; ma tale vocabolo nuovo è poco conosciuto dai lettori e non spiega bene in che cosa consiste l’azione di Reagan; si aggiunge allora un’intera espressione: cioè la eliminazione di tante leggi e di tanti divieti.

Cioè è l’avverbio esplicativo più frequentemente usato nel parlato come nello scritto: equivale a ossia, vale a dire, e precisamente, più esattamente, piuttosto, per meglio dire (a seconda del contesto e della situazione). Questa spiegazione più estesa si chiama glossa.

GLOSSA: IN COSA CONSISTE

Consiste nello spiegare con un giro di parole (o perifrasi, circonlocuzione) un singolo vocabolo.

In fondo la glossa non è molto diversa dalla traduzione: entrambe si propongono di spiegare il non noto con il noto, il difficile con il facile. C’è però una differenza. Con la glossa si dà una spiegazione all’interno della stessa lingua: si tratta di una traduzione intra-linguistica (ipertermia, vocabolo italiano colto, è reso con ‘febbre alta’). Invece la traduzione vera e propria è inter-linguistica: riguarda due lingue diverse (ingl. deregulation = ‘delegificazione’, russo propusk = ‘lasciapassare’).

Sullo stesso piano della glossa e della traduzione possiamo porre la parafrasi: il verbo greco paraphràzein, composto di para ‘vicino, accanto’ e phràzein ‘dire, esporre’, significa «dire con circonlocuzioni». La parafrasi consiste nell’esporre il contenuto di un testo in una forma diversa (più ristretta o più ampia), soprattutto con il fine di spiegare. Accanto al significato più ricorrente di ‘rifacimento esplicativo di un testo’,
parafrasi vuoi dire anche sostituzione di singole parole ed
espressioni.

Si fanno spesso parafrasi di quei testi poetici che espongono in modo conciso e pregnante descrizioni, stati d’animo, concetti. Nelle edizioni commentate della Divina Commedia si parafrasano i passi considerati difficili, aggiungendo al tempo stesso altre spiegazioni: sui personaggi e sul periodo storico, sulle ubicazioni di luoghi, sul significato simbolico di un’immagine o di un episodio. Un tipico esercizio praticato nella scuola consiste nel parafrasare un testo poetico: per esempio, un sonetto di Petrarca, una canzone di Leopardi.

Parlando e scrivendo ci troviamo spesso nella necessità di:

  1. sostituire una parola con un sinonimo o quasi-sinonimo;
  2. sostituire una parola con un seguito di parole o addirittura con un’intera frase;
  3. condensare (riassumere) una frase in una parola.

Il dire le stesse cose in una forma diversa è una capacità e al tempo stesso un’esigenza fondamentale del linguaggio umano. La competenza testuale si manifesta anche nella capacità di parafrasare, riformulare un qualsiasi testo, orale o scritto, breve o lungo, unitario o suddiviso in parti. È una capacità che dobbiamo possedere ad ogni livello. Si pensi per esempio alla necessità molto viva nella società di oggi, di spiegare, eon glosse e con parafrasi, i princìpi e i termini tecnici di tutte quelle seienze e discipline (come per esempio la medicina e l’informatica) che interessano larghi settori di pubblico: un pubblico privo di studi specialistici, ma che vuole (e che deve) sapere il significato di termini come diagnosi, elettrocardiogramma, allergia.

In un testo la traduzione vera e propria (inter-linguistica) e la glossa (traduzione intra-linguistica) sono realizzate mediante determinate strutture formali, che ricorrono di frequente in simili occasioni. Vediamo un esempio di glossa:

  1. L’allergia, che è, cioè, vale a dire l’ipersensibilità verso cene sostanze estranee al nostro organismo, è una delle malattie più diffuse dei nostri tempi.
  2. L’allergia (l’ipersensibilità verso…) è una delle malattie…
  3. L’ipersensibilità verso cene sostanze estranee al nostro organismo, la cosiddetta allergia, è una delle malattie più diffuse dei nostri tempi.

In 1 la glossa è introdotta, dopo il termine tecnico, con una proposizione relativa o con elementi di raccordo come cioè, vale a dire; in 2 c’è una parentesi; completamente diversa è la struttura di 3, dove il termine tecnico viene dopo la glossa. La scelta tra l’una o l’altra eli queste soluzioni dipende dal contesto: 2 è un modo più rapido, ma meno elegante che si ritrova soprattutto nella prosa tecnica e in quella giornalistica; 3 è un modo che si usa preferibilmente quando, per esigenze didattiche, si vuol far passare in seconda posizione il termine tecnico. Si possono avere anche altre strutture:

4. L’allergia, una delle malattie più diffuse…, è l’ipersensibilità verso…
5. L’allergia (si chiama così l’ipersensibilità verso…) è una delle malattie…

La glossa che accompagna in un testo un termine tecnico può essere la definizione che di tale termine è data nel dizionario; tuttavia il passaggio dal dizionario al testo comporta un certo rimodellamento della definizione stessa, cui si premettono inoltre quelle formule introduttive che abbiamo ora esaminato. A ben vedere la glossa consiste spesso in un sinonimo; e sarà naturalmente un sinonimo “facile”, vale a dire più conosciuto della parola che si vuole spiegare. Vediamo ora esempi di traduzioni:

6. Il celebre attore americano tiene molto al suo look, cioè alla sua immagine.
7. A New York l’artista preferisce abitare in uno spazioso loft, vocabolo inglese che indica un magazzino trasformato in appartamento.
8. L’industria del settore ha acquisito negli ultimi anni un know how avanzato, un complesso di cognizioni tecniche adeguato ai tempi.

In 6 l’inglese look è reso facilmente con immagine, vocabolo italiano qui usato con un’accezione particolare, ripresa dall’ingl. image ‘aspetto esteriore bello e tale da attirare l’attenzione’; si noti la presenza di cioè. In 7 occorre un giro di parole (perifrasi) per spiegare un referente insolito (un tipo di appartamento particolare). Anche know how (letteralmente «sai come») non è facile da tradursi: 8 ricorre ad una perifrasi in forma di semplice apposizione senza cioè. Anche di 6 e di 8 si potrebbero avere varianti che definiscono l’origine e la qualità del forestierismo: look, vocabolo inglese che possiamo tradurre con “immagine”; know how, espressione inglese che vuol dire… Tali spiegazioni ricorrono soprattutto quando si ha a che fare con parole straniere entrate recentemente in italiano o poco note al pubblico cui ci si rivolge.

I vocaboli e le espressioni, una volta spiegati mediante le glosse, sono ripetuti liberamente nel testo; talvolta sono sostituiti con vocaboli più generali contenuti nella glossa stessa. Si veda come nel seguente esempio si stabilisca l’equivalenza: decadentismo = movimento letterario e artistico = tale movimento:

Il decadentismo, movimento letterario e artistico sviluppatosi in Europa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, fu caratterizzato da un raffinato estetismo. In tale movimento si afferma pienamente la concezione romantica della poesia come pura interiorità.

Fondamento costitutivo del testo, la parafrasi permette di passare dalla compattezza del vocabolo alla frase estesa e circostanziata, di tornare dalla frase al vocabolo, di sostituire quest’ultimo con sinonimi ed espressioni equivalenti. La parafrasi ci mostra le varie possibilità di riformulare un testo, passando dall’uno all’altro livello di lingua (linguaggio tecnico / lingua comune con vari gradi di formalità)

La parafrasi di un breve testo completo (per esempio di un sonetto) è un esercizio scolastico molto utile per almeno tre motivi:

  1. costringe a comprendere bene “il significato di base” del testo;
  2. obbliga, per così dire, ad una creatività limitata (chi fa la parafrasi deve inventare parole ed espressioni diverse, ma equivalenti, per il “significato di base”, alle parole e alle espressioni dell’originale);
  3. rappresenta spesso l’avvio di una composizione d’italiano.

Nel parafrasare un testo poetico, come L’infinito del Leopardi, cercheremo di sostituire le espressioni poetiche con espressioni della lingua media di oggi, anche a costo di mutare lievemente la struttura sintattica:

Sempre caro mi fu quest’ermo colle
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.


PARAFRASI DELLA POESIA


Ho sempre amato questa collina solitària e questa siepe che per così lungo tratto impedisce allo sguardo di giungere fino all’estremo orizzonte.

La parafrasi distrugge la poesia, che si fonda su un equilibrio inimitabile di immagini e di cadenze musicali: per alterare tale equilibrio basta un semplice spostamento delle parole, come per esempio, Sempre caro quest’ermo colle mi fu. Pure giova notare che, per raggiungere tale effetto finale, il poeta ha compiuto delle prove; in una prima stesura il terzo verso era stato così composto: Del celeste confine il guardo esclude. Si può concludere che talvolta anche la poesia nasce per successive approssimazioni, per successive parafrasi.