Schopenhauer sosteneva che la vita è un pendolo che oscilla tra dolore e noia. Questo perché tu – inteso come essere umano – non sei in grado di abbracciare una felicità totalizzante.
Stabilisci obbiettivi, fissi traguardi che a volte nemmeno raggiungi: questo genera infelicità. Al contrario, se ci riesci sei talmente incapace di goderci il “piccolo o grande” successo che subito vuoi qualcosa di più, e così torni ad essere infelice. È nella natura dell’essere umano, l’egoismo.
In conclusione, secondo il buon Arthur, sei fregato in ogni caso. Schopenhauer, come tutti i filosofi del resto, parte dal presupposto che siamo fatti in serie, come macchine pensanti ma comunemente erranti, come frutti dalla forma diversa ma dal gusto comune.
Ma se si sbagliasse? Se esistesse una visione più felice del mondo, una versione per cui in fin dei conti valga la pena vivere? Qui, signori e signori, entra in gioco Pirandello.
Luigi Pirandello, al contrario del filosofo polacco, sostiene che tutto è relativo. Non la butta lì come ipotesi in uno dei tanti scritti: tutta la sua filosofia letteraria ruota intorno a questo concetto. La cosa veramente comica in tutto questo, è che il relativismo di Pirandello non è per nulla ottimista o salvifico. L’autore italiano sostiene che:
L’uomo vive una costante crisi d’identità e vive alla ricerca di un sé chiaro e definito, combattendo contro le molteplici personalità che egli stesso possiede.
Due pessimisti con concetti e visioni diverse, accomunati unicamente dalla visione svalutante della vita. Eppure, nella negativizzazione del processo vitale Pirandello ha involontariamente smentito Schopenhauer e aperto le porte a un ipotesi positiva.
NON SIAMO TUTTI UGUALI
Non siamo tutti uguali. Non è vero che tutti viviamo un’intera esistenza senza capirci o senza mai accontentarci. Ho visto persone gioire con pochi spicci al mese e godere di un bacio alla fine della giornata dalla persona amata, tanto per dirne una.
Capirsi è un processo lungo, tortuoso e a volte doloroso, questo nessuno lo nega. Trovare la felicità è difficilissimo e sono consapevole che non tutti ci riescono. Non so se riuscirò a capirmi completamente e non so se troverò mai la felicità assoluta, ma di una cosa sono certo:
Nessuno dei due aveva ragione.