Il testo descrittivo ha lo scopo di rappresentare un oggetto, un ambiente, una persona.
Definizione
Una prima caratteristica da mettere in rilievo è la scarsa autonomia del testo descrittivo. Sezioni descrittive sono presenti in quasi tutti gli altri tipi di testo: una descrizione può avere la funzione di informare (si pensi alla descrizione di una piazza presente in una guida turistica), di persuadere (come in tante descrizioni pubblicitarie, concentrate soltanto sugli aspetti positivi del prodotto), di evocare ricordi o emozioni (come nelle descrizioni poetico-letterarie), ma è difficile trovare un testo interamente descrittivo che non abbia il valore di semplice esercitazione accademica.
ESEMPIO
Ecco come una guida turistica descrive il panorama che si può godere dalla sommità della cupola di S. Pietro, a Roma:
Appena usciti dalla porticina si hanno al disotto le immediate adiacenze vaticane: l’ospizio di S. Marta e il palazzo del S. Uffizio col cortile a doppio ordine di portici; al di là l’occhio spazia sul centro di Roma: il fiume (ponte Sisto a destra; di faccia il ponte S. Angelo e il ponte Umberto) serpeggia tra le due parti della città; spiccano verso destra il monumento a Vittorio Emanuele II e, dietro, in fondo, le statue della facciata di S. Giovanni in Laterano; poi, più a sinistra, il gran dado del palazzo del Quirinale e, in fondo, le due cupole di S. Maria Maggiore con l’alto campanile. Dinanzi, Castel S. Angelo, il palazzo di Giustizia e il rione dei Prati di Castello. La vista è chiusa verso i monti dal gran verde del Pincio, di villa Borghese, di valle Giulia e, verso la Basilica, dall’insieme dei palazzi Vaticani.
Esempio
Se per i testi narrativi l’elemento costitutivo è l’asse temporale, i testi descrittivi si fondano essenzialmente sulla dimensione spaziale. Ciò determina l’uso ricorrente (in particolare nelle descrizioni di ambienti e paesaggi) di indicatori spaziali (evidenziati nel testo), cioè di preposizioni, avverbi e locuzioni avverbiali di luogo utili per collocare adeguatamente gli oggetti nello spazio.
CARATTERISTICHE LINGUISTICHE
Esaminiamo ora le principali caratteristiche linguistiche del testo descrittivo. Di norma il testo descrittivo presenta una sintassi semplice, articolata in frasi brevi. In alcune descrizioni, specialmente di tipo scientifico, l’esigenza di brevità può dar luogo a una sintassi di tipo telegrafico, con frequente ricorso allo stile nominale. Si veda, per esempio, questa scheda, pubblicata su una rivista specializzata, che descrive le caratteristiche distintive di un particolare tipo di biscia, il biacco:
Occhio in contatto con almeno 2 placche sopralabiali, 160-230 piastre ventrali nei maschi e 203-250 nelle femmine, 87-131 sottocaudali, 19 (di rado 17 o 21) squame in linea trasversa a metà corpo. Negli adulti la colorazione di fondo delle parti superiori è verde giallastra o nera. La lunghezza può arrivare a 80-200 cm (maschio in genere maggiore).
I tempi verbali usati sono il presente e l’imperfetto. Entrambi esprimono azioni durative e non puntuali e si prestano dunque a rappresentare scene statiche. Talvolta, in particolare nelle descrizioni scientifiche, si usa il presente con valore “atemporale”, per indicare uno stato di cose universalmente valido. Il lessico di un testo descrittivo dev’essere ricco e vario ma allo stesso tempo preciso, affinchè le parole si trasformino nella mente del lettore in immagini il più possibile vicine alla realtà dell’oggetto descritto. Nelle descrizioni di tipo tecnico-scientifico è frequente il ricorso a termini settoriali (nel secondo testo, per esempio, placche sopralabiali, piastre ventrali e sottocaudali).
L’ESEMPIO DEL GECO
L’effetto di una descrizione varia a seconda dell’ordine con cui i dati visivi sono presentati nel testo. Il panorama romano è descritto secondo un criterio di ordinamento spaziale: la descrizione procede seguendo due ideali direttrici ortogonali, la prima delle quali va dagli elementi più vicini a quelli più lontani rispetto al punto di osservazione mentre la seconda procede da destra verso sinistra. Quando si procede dal particolare al generale o viceversa, la descrizione segue invece un criterio di ordinamento logico. Il punto di osservazione può essere fisso o mobile (proprio come nelle tecniche di ripresa cinematografica). L’individuazione di un particolare punto di osservazione permette a Calvino, nel brano che segue, di compiere una insolita descrizione. Pur trovandoci di fronte a un testo letterario, la precisione e lo scrupolo nella resa dei dettagli ricordano per molti aspetti una descrizione naturalistica:
Sul terrazzo, come tutte le estati, è tornato il geco. Un eccezionale punto di osservazione permette di vederlo non di schiena, come da sempre siamo abituati a vedere i gechi, ma di pancia. […]
La cosa più straordinaria sono le zampe, vere e proprie mani dalle dita morbide, tutte polpastrelli, che premute contro il vetro vi aderiscono con le loro minuscole ventose. Le cinque dita si allargano come petali di fiorellini in un disegno infantile, e quando una zampa si muove, si raccolgono come un fiore che si chiude, per tornare poi a distendersi e a schiacciarsi contro il vetro, facendo apparire delle striature minutissime, simili a quelle delle impronte digitali. Insieme delicate e foni, queste mani paiono contenere un’intelligenza potenziale, tale che basterebbe esse potessero liberarsi dal compito di restare lì appiccicate alla superficie verticale per acquistare le doti delle mani umane, che si dice siano divenute abili da quando non ebbero più da appendersi ai rami o premere il terreno.
I. Calvino, Palomar
SIMILITUDINI E SOGGETTIVITÀ
Un’altra caratteristica ricorrente nelle descrizioni è l’uso di similitudini, con cui l’emittente cerca di descrivere qualcosa di poco familiare al destinatario attraverso paragoni con oggetti e situazioni a lui più familiari: nel nostro esempio svolgono questa funzione i paragoni tra parti del corpo del rettile ed elementi di una realtà naturale a noi più vicina (i petali di un fiore, le mani, le dita, le impronte digitali).
Ricordiamo infine che il livello di soggettività di una descrizione è assai variabile. Normalmente le descrizioni presenti in testi pragmatici sono più impersonali, mentre gli inserti descrittivi di opere letterarie presuppongono un forte livello di coinvolgimento emotivo dell’autore e tendono a presentarci un oggetto non così com’è ma come l’autore lo “sente” o lo ricorda. Occorre sottolineare però che è impossibile realizzare una descrizione assolutamente oggettiva: la scelta dei tratti da inserire o da tralasciare, dell’ordine con cui compiere la descrizione, dello stesso punto di osservazione lasciano sempre un margine al giudizio personale.