Mi è stato chiesto di recensire un libro che mi è particolarmente rimasto impresso e che mi sento di consigliare a chi, magari, non l’ha ancora letto. Oggi mi appresto ad analizzare non un libro, ma “IL” libro. Il Grande Gatsby è l’apoteosi del romanzo d’amore, è la storia di un sogno incorruttibile.
LA STORIA
La voce narrante è quella di Nick Carraway, che racconta il suo passato a uno psicologo tramite dei flashback. I ricordi lo tormentano, per questo non riesce ad aprirsi; lo psicologo gli consiglia così di scrivere tutto in quello che poi diventerà “Il Grande Gatsby“.
Nick è un agente di borsa che vive in un modesto villino, accanto all’immane castello di un personaggio eccentrico e misterioso, Jay Gatsby. Quest’ultimo, tanto elegante quanto schivo, è solito tenere feste sfrenate e lussuosissime a cui partecipa la società ricca benestante di Long Island e dell’agiata East Egg. Su Gatsby e sul suo oscuro passato circolano le voci più disparate, ma nessuno riesce a dire con certezza chi sia veramente.
Incredibilmente, un giorno Nick riceve l’invito dal signor Gatsby per partecipare ad una delle sue feste strabilianti. Qui finalmente ha il privilegio di conoscerlo, e di capire il motivo per cui Jay lo aveva cercato: Nick è cugino di Daisy Buchanan, moglie del ricco Tom Buchanan che vive proprio di fronte all’enorme castello di Gatsby.
Jay Gatsby rivela di essere innamorato di Daisy e di aver avuto una relazione con lei quando ancora era un militare. Per qualche strana ragione però, era stato costretto a lasciarla. Da quel giorno, un sogno aveva iniziato a prendere vita in lui, l’idea di poter tornare un giorno insieme a lei.
Era vissuto così a lungo coltivando quell’idea, l’aveva tanto sognata, aspettata stringendo i denti, per così dire, per arrivare a un grado d’inconcepibile intensità. Ora, per reazione, stava correndo come un orologio troppo carico.
Tuttavia, nessuno riesce a capire totalmente chi sia Jay Gatsby, o quali segreti nasconda. Solo al termine del romanzo si scoprirà, quando tutti i nodi verranno al pettine. Non aggiungo altro perché non voglio dire troppo, ma chiudo con una citazione tratta dal libro:
Eravamo andati tutti alle feste di Gatsby sospettando la sua corruzione, mentre lui ci nascondeva il suo unico sogno incorruttibile.
LO STILE
Amo lo stile di Fitzgerald. Lui è il mio mito, in assoluto. Ritengo che chiunque voglia scrivere storie d’amore debba leggere questo libro, perché il modo con cui descrive il sentimento di Gatsby verso l’amata Daisy è semplicemente unico.
“Non aveva smesso, neanche per un istante, di guardare Daisy e credo che stesse rivalutando ogni oggetto della casa in base all’impressione che ricavava dagli occhi, adorati, di lei. Ogni tanto fissava gli oggetti, stordito, come se la sua presenza, reale e stupefacente, li rendesse irreali.”
Non sono solo le descrizioni dei sentimenti a rendere magico il racconto, ma anche quelle riguardanti il contesto del racconto. Il grande Gatsby, infatti, rappresenta un “manifesto” degli Stati Uniti degli anni ‘20 – la cosiddetta “età del Jazz“.
CONCLUSIONE
Nessun libro riuscirà mai ad emozionarmi così tanto. La bellezza di quest’opera sta proprio nel semplice messaggio secondo cui nessuno può comprendere e valutare l’amore di una persona. Si tratta di un valore inestimabile che solo chi prova può realmente quantificare, sempre se ci riesce. Gatsby era un sognatore, e l’amore per i sognatori non ha limiti. Concludo con una considerazione del narratore Nick Carraway:
Coltivava la speranza più di chiunque io abbia conosciuto, e che forse mai più conoscerò. C’era qualcosa in lui, una grande sensibilità, era quasi come uno di quegli apparecchi che registrano i terremoti a diecimila miglia di distanza.
Leggere una recensione così accurata e passionale e vera, in un momento come questo dove “i più grandi” non si curano affatto di ciò che sta accadendo… Grazie a Dio, esistono anche i libri, e chi diffonde la cultura in una realtà sempre più cieca e sorda.