L’interiezione (dal lat. Interiectio, –onis “inserzione”, a sua volta dal verbo intericere, “scagliare in mezzo”) è una parola invariabile che serve a esprimere una reazione improvvisa dell’animo: gioia, dolore, sdegno, sorpresa, paura, minaccia, disappunto, rabbia, impazienza, disprezzo ecc…
Tradizionalmente, l’interiezione viene considerata la nona parte del discorso. Il punto è che questa non ha alcun legame con la preposizione in cui si trova, costituendo già di per sé una frase.
INTERIEZIONE: QUANDO SI USA
Le interiezioni, condensando in un’espressione un moto dell’animo, sono molto usate nella lingua parlata. Assumono significati variabili, a seconda del tono e del contesto in cui vengono usate. Nella lingua scritta, sono frequenti nei testi teatrali, che devono imitare il parlato.
Per riprodurre il tono enfatico, caratteristico dell’interiezione, si usa spesso il punto esclamativo: Oh! Ahi! Ohimé! Puah!
Spesso, il punto esclamativo si trova al termine della frase, che segue. In questo caso, dopo l’interiezione si pone una virgola:
Diamine, state esagerando!
Se il tono della frase è insieme di meraviglia e di domanda, al punto esclamativo si può unire quello interrogativo: come!?
Le interiezioni proprie (oh! Ahi! ecc.) sono caratterizzate, nello scritto, dalla presenza della lettera h, che assolve una duplice funzione:
- Serve a evitare confusione con altre parole (oh, senza h, potrebbe essere confusa con la congiunzione “o” per esempio);
- Rende graficamente la particolare modulazione della voce con cui le parole vengono pronunciate.
Nel prossimo articolo vi parlerò dei vari tipi di interiezione: proprie, improprie, interiettive o esclamative