Oltre ai princìpi costitutivi occorre prendere in esame i principi regolativi del testo, che governano la produzione e la ricezione dello stesso. Essi sono:
I PRINCIPI REGOLATIVI DEL TESTO
EFFICIENZA
L’efficienza consiste nella facilità con cui un testo viene prodotto e
correttamente recepito, ed è in stretta relazione con la situazione e con gli
scopi del testo stesso: il cartello recante la scritta preparate soldi spicci posto in prossimità di un casello autostradale è efficiente, mentre sarebbe
inutile e poco “economico” un cartello formulato nel seguente tono: dal
momento che state per giungere all’area di riscossione del pedaggio, è opportuno che vi muniate della giusta quantità di moneta contante allo scopo di facilitare le operazioni di pagamento. L’automobilista non avrebbe
tempo di leggerlo e, quand’anche lo avesse, lo sforzo di decodificazione
sarebbe sproporzionato alla finalità che il testo si propone.
L’EFFETTIVITÀ
L’effettività consiste nella capacità del testo di rimanere impresso nella
memoria del destinatario e di produrre condizioni favorevoli al raggiungimento di un determinato fine. I messaggi pubblicitari, così come gli slogan elettorali e altri tipi testuali, mirano ad essere altamente effettivi. L’efficienza e l’effettività possono essere in contrasto tra loro: quanto più un testo è efficiente, cioè facile da codificare e decodificare, tanto meno esso sarà effettivo, perché apparirà prevedibile e non susciterà la nostra attenzione.
L’APPROPRIATEZZA
L’appropriatezza consiste nell’armonia tra contenuti e scelte testuali.
È inappropriato, per esempio, un articolo divulgativo infarcito di termini
settoriali o, per converso, di regionalismi. Anche in questo caso gli scrittori possono decidere di violare consapevolmente le regole testuali, per ottenere particolari effetti espressivi, come avviene nel seguente brano di C.
E. Gaclda, dedicato alla sapiente preparazione di un panino imbottito da
parte di un oste. La commistione tra termini burocratici (ostare, introito),
letterari (embricature, tegumento, alfine) e regionali-dialettali (i eliti, er
mezzo sfilatine ecc.) è densa di effetti caricaturali:
Pompeo, da parte sua, non vide quale controindicazione potesse ostare
C.E. Gadcla, Querpasticciacelo brutto de via Merulana
all’introito d’una replica dello sfllatino-scarpa delle sette: con embricature, questa volta, di rosbif e di mortadella cotta a fette alterne, mollemente adagiata in quel divano a opera dei diti peritissimi e paffutelli del Maccheronaro: che le tegumento alfine, un colpo d’occhio a collaudo, a congedo, del preresecato e preaccantonato tetto o coperchio (er mezzo sfilatinò de sopra).
I requisiti del testo sono variamente presenti nei diversi tipi testuali. La coesione e la coerenza possono essere in parte trascurate nella lingua parlata, soprattutto nella conversazione ordinaria, ma devono essere osservate con notevole rigore nei testi scientifici. Infatti nella conversazione ordinaria la presenza di chi parla nella situazione, il gestire, l’espressione del volto e l’intonazione della voce possono supplire a talune deficienze della grammatica e della successione degli argomenti.
È noto che i testi poetici presentano spesso un’organizzazione testuale diversa dalle convenzioni della lingua comune; anche la sintassi può presentare tratti particolari. Concluderemo allora che la poesia attua nuovi tipi di coesione.