Cos’è il che polivalente? A volte nell’italiano parlato si impiega il che, pronome relativo e congiunzione, per legare tra loro due preposizioni, in casi nei quali la lingua più accurata richiederebbe una forma diversa del pronome relativo (a cui, con cui, di cui, per cui) o una congiunzione specifica come perché, quando, sicché e altre. Ecco altri esempi di questo che polivalente:
- Riccardo è uno che ci si può fidare; (che = di cui)
- Londra è una città che ci piove sempre; (che = in cui)
- Quello è il signore che gli hanno rubato l’auto; (che = a cui)
- Torna domani che oggi non ho tempo; (che = perché)
- Toni è arrivato che tu eri appena andato via. (che = quando)
La tendenza si inquadra nel fenomeno della semplificazione, che caratterizza gli usi informali della lingua. Un’avvertenza importante, che riguarda tutti questi fenomeni di trasformazione della lingua: bisogna sempre distinguere ciò che è stato effettivamente accolto nell’italiano dell’uso formale e scritto da ciò che rimane invece fuori di esso, collocandosi piuttosto al livello parlato e popolare della lingua.
Limitiamoci all’esempio del che polivalente. Le cinque frasi elencate sopra sono tutte presenti nel parlato e nello stile informale della lingua. Nella lingua scritta e nello stile formale, invece, solo le ultime due sono corrette, mentre nelle altre frasi è necessario sostituire il che con le forme indicate nelle parentesi. Ricordiamoci sempre che italiano popolare e italiano formale sono due cose ben distinte, e l’abuso del primo a volte può portare a gravi errori in contesti formali.