Dopo aver parlato del complemento diretto, oggi affronto invece l’altra sponda molto più ampia, quella dei complementi indiretti. Alla struttura di base soggetto + predicato possono aggiungersi ulteriori determinazioni, rappresentate da un’ampia varietà di costruzioni sintattiche, che sono tradizionalmente riunite sotto la denominazione di complementi indiretti.

La nozione di complemento, pur avendo una sua utilità didattica, è stata molto discussa dalla linguistica moderna. In particolare si è lamentata l’assenza di criteri univoci di classificazione: quelli basati sul significato danno luogo alla progressiva moltiplicazione dei complementi “minori”, creando spesso divisioni artificiose e arbitrarie; d’altro canto, il ricorso a criteri meramente formali non permette di dar conto delle differenze di significato e di funzione logica che un medesimo sintagma preposizionale (poniamo dal dentista) ha in diverse frasi:

  • Mario è andato dal dentista
  • Mario è stato visitato dal dentista
  • L’ho incontrato per caso dal dentista

I principali complementi indiretti individuati nell’analisi logica tradizionale sono:

  • Il complemento di specificazione
  • Il complemento di termine
  • Il complemento di luogo
  • Il complemento di tempo
  • Il complemento di mezzo
  • Il complemento di modo
  • Il complemento di causa
  • Il complemento di compagnia
  • Il complemento d’agente

Si distinguono poi numerosi altri complementi (fine, vantaggio, materia, qualità, argomento, limitazione, misura, colpa ecc…) la cui individuazione si fonda per lo più su criteri empirici e di classificazione pratica.

COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE

Il complemento di specificazione serve appunto a specificare il significato del termine a cui si riferisce; ha un impiego molto vasto e risponde alle domande di chi? Di che cosa?

  • I re di Francia
  • Il cane del mio amico
  • Il profumo della rosa
  • La vista del panorama

Il complemento di specificazione è retto dalla preposizione di e dipende sempre da un nome: così per esempio, in “piangere di gioia” e “duro d’orecchi” non si hanno complementi di specificazione ma, rispettivamente, di causa e di limitazione.

I complementi di specificazione retti da nomi come timore, amore, desiderio, difesa ecc… possono dare luogo ad ambiguità di significato: il timore di Anna può valere sia come “Anna teme qualcuno” sia come “Qualcuno teme Anna“. Il significato cambia a seconda che Anna sia il soggetto o l’oggetto del temere: per questo si parla di specificazione soggettiva (il timore di Anna = Anna teme qualcuno) e di specificazione oggettiva (Il timore di Anna = qualcuno teme Anna).

COMPLEMENTO DI TERMINE

Il complemento di termine indica l’essere o la cosa su cui termina l’azione; risponde alle domande a chi? A che cosa?

  • La lettera fu recapitata al destinatario
  • Ho fatto un regalo a Giorgio
  • Questo vestito non mi piace (a me)
  • Non le ho ancora parlato (a lei)

Il complemento di termine è retto dalla preposizione “a” oppure è espresso direttamente dai pronomi mi, ti, ci, gli, cui ecc…

ATTENZIONE: non bisogna confondere le particelle pronominali mi, ti ecc. tra complemento oggetto e complemento di termine; ti ho visto (ti=te, complemento oggetto); ti ho scritto (ti=a te, complemento di termine)

COMPLEMENTI DI LUOGO

Il complemento di luogo esprime le diverse collocazioni nello spazio di un essere o di una cosa. Vi sono quattro tipi fondamentali di complementi di luogo: stato in luogo, moto a luogo, moto da luogo, moto per luogo.

Il complemento di stato in luogo indica il luogo in cui ci si trova o avviane un’azione; risponde alle domande dove? In quale luogo?:

  • Abito a Roma
  • Resto in casa
  • Dorme da noi
  • Ho fiducia in te

Nell’ultimo esempio (ho fiducia in te) il complemento di luogo è “figurato”, in quanto non si riferisce a un luogo concreto e reale ma a un concetto o a una persona come se fosse un luogo. Il complemento di stato in luogo è retto dalle preposizioni in, su, a, da, tra, per, di, sopra, sotto, dentro, fuori, o dalle locuzioni preposizionali accanto a, vicino a, nei pressi di, nelle vicinanze di ecc.

MOTO A LUOGO

Il complemento di moto a luogo indica il luogo (reale o figurato) verso cui ci si muove o è diretta un’azione; risponde alle domande dove? Verso dove?

  • Vado a Palermo
  • Vengo in città
  • Torno da te
  • Sali sulla scala

Il complemento di moto a luogo è retto dalle preposizioni a, da, in, su, per, di, tra, verso, sopra, sotto, vicino, dentro o dalle locuzioni preposizionali dalle parti di, nei pressi di ecc.

MOTO DA LUOGO

Il complemento di moto da luogo indica il luogo (reale o figurato) da cui ci si muove o si diparte un’azione; risponde alle domande da dove? da quale luogo?

  • Vengo da Napoli
  • Al tuo ritorno dall’estero
  • Comincia l’esodo dalla città
  • Sono uscito di casa alle nove

Il complemento di moto da luogo è retto dalle preposizioni da e di.

MOTO PER LUOGO

Il complemento di moto per luogo indica il luogo (reale o figurato) attraverso cui ci si muove o si effettua un’azione; risponde alle domande per dove? Attraverso quale luogo?

  • Non passare per questa strada
  • Entrò dall’ingresso secondario
  • Un passaggio in mezzo ai monti
  • Camminammo attraverso i campi

Il complemento di moto per luogo è retto dalle preposizioni per, da, di, tra, attraverso, in o dalla locuzione preposizionale in mezzo a.

COMPLEMENTO DI TEMPO

Il complemento di tempo esprime le diverse circostanze di tempo dell’azione o della condizione indicata dal verbo. Vi sono due tipi fondamentali di complementi di tempo:

Tempo determinato: indica il momento in cui si verifica l’azione o la circostanza espressa dal verbo; risponde alle domande quando? A quando? In quale momento o periodo?

  • Arrivò alle sei
  • Ci vediamo questa sera
  • Gli ho scritto domenica
  • Rinviamo alla prossima volta

Esso è retto dalle preposizioni e locuzioni preposizionali in, a, di, per, su, con, tra, durante, al tempo di, prima di ecc; si trova spesso senza preposizione: l’anno scorso, il cinque maggio, un secolo fa ecc. Può essere espresso anche da avverbi come oggi ecc.

Il complemento di tempo continuato indica per quanto tempo dura l’azione o la circostanza espressa dal verbo; risponde alle domande quanto? Per quanto tempo? Da quanto tempo?

  • Rimango qui per due settimane
  • Lo conosco da molti anni
  • Finirò in pochi giorni
  • La partita durò due ore

Esso è retto dalle preposizioni e locuzioni preposizionali per, in, da, durante, fino a ecc; si trova spesso senza preposizione (ha studiato due ore) o introdotto da avverbi (sono sempre d’accordo)

COMPLEMENTO DI MEZZO O STRUMENTO

Il complemento di mezzo o strumento indica l’essere o la cosa per mezzo di cui si fa o avviene qualcosa, risponde alle domande per mezzo di chi? Per mezzo di che cosa?

  • Vengo con l’aereo
  • Si nutrono di erbe
  • Scrivo a macchina
  • Andiamo in bicicletta

Esso è retto dalle preposizioni con, per, a, in, di, da, mediante, o dalle locuzioni preposizionali per mezzo di, per opera di, grazie a ecc.

COMPLEMENTO DI MODO O MANIERA

Il complemento di modo o maniera indica il modo, la maniera in cui si fa o avviene qualcosa; risponde alle domande come? In che modo? In che maniera?

  • Il vento soffiava con forza
  • Mio figlio studia con diligenza
  • Parlava in fretta
  • Lo faccio di malavoglia

Il complemento di modo è in genere sostituibile con un avverbio di modo: con forza = fortemente, con diligenza = diligentemente, in fretta = frettolosamente. Esso è retto dalle preposizioni con, a, in, per, di, da, su, o dalle locuzioni preposizionali alla maniera di, a guisa di ecc…

COMPLEMENTO DI CAUSA

Il complemento di causa indica il motivo, la causa per cui si fa o avviene qualcosa; risponde alle domande per quale motivo? Per quale causa?

  • Non esco per il maltempo
  • Sto morendo di fame
  • Piangeva dalla gioia
  • A causa dell’influenza non poté partire

Il complemento di causa è retto dalle preposizioni per, di, da, a, in, con o dalle locuzioni preposizionali a causa di, per motivo di, in conseguenza di ecc..

COMPLEMENTO DI COMPAGNIA O UNIONE

Il complemento di compagnia e quello di unione indicano rispettivamente l’essere animato (compagnia) o inanimato (unione) con cui si è o con cui si fa qualcosa. Esso risponde alle domande con chi? In compagnia di chi?; quello di unione invece con che cosa? Unitamente a che cosa?

  • Il maestro parla con gli scolari (di compagnia)
  • Eravamo tra amici (di compagnia)
  • Sono uscito con l’ombrello (di unione)
  • Un risotto con i funghi (di unione)

I complementi di compagnia e unione sono retti dalle preposizioni con, tra, o dalle locuzioni preposizionali in compagnia di, insieme con (anche insieme a) ecc.

COMPLEMENTO D’AGENTE E CAUSA EFFICIENTE

Il complemento di agente e quello di causa efficiente indicano rispettivamente l’essere animato (agente) o inanimato (causa efficiente) da cui è compiuta un’azione espressa da un verbo passivo. Il complemento di agente risponde alla domanda da chi?; quello di causa efficiente invece da che cosa?

  • I cartaginesi furono sconfitti dai Romani (agente)
  • Il rapinatore è stato catturato dalla polizia (agente)
  • I pesci furono uccisi dall’inquinamento (causa efficiente)
  • Alla fine fu vinto dal sonno (causa efficiente)

Trasformando la frase passiva in attiva, i complementi di agente e di causa efficiente diventano soggetti, mentre il soggetto diventa oggetto: i Cartaginesi furono sconfitti dai Romani = i Romani sconfissero i Cartaginesi; i pesci furono uccisi dall’inquinamento = l’inquinamento uccise i pesci,

Il complemento d’agente è retto dalla preposizione da, o dalla locuzione preposizionale da parte di; il complemento di causa efficiente è retto dalla preposizione da.