Che differenza c’è tra “linguaggio” e “lingua“? A prima vista nessuno, ma non è proprio così. Partiamo dalla prima nozione:
“Il linguaggio è un insieme dei fenomeni di comunicazione e di espressione che si manifestano sia nel mondo umano sia al di fuori di esso. Oltre al linguaggio verbale dell’uomo esistono infatti linguaggi artificiali creati dall’uomo stesso e linguaggi degli animali“.
Per questi ultimi – gli animali – ne ricordiamo alcuni: le api parlano attraverso una specie di danza; le scimmie si servono di articolazioni vocali; gli studiosi riconoscono la superiorità del linguaggio articolato tramite suoni, poiché si trasmette a distanza, supera ostacoli fisici e può essere usato anche al buio.
Al tempo stesso bisogna ricordare che l’uomo, oltre a un linguaggio verbale complesso, ricco e potente, possiede anche linguaggi “non verbali“:
- I gesti e i movimenti del corpo, le espressioni della faccia
- Le tonalità della voce, tra cui risate e pianti (paralinguaggio, insieme di atteggiamenti)
- Uso dello spazio tra individui (a distanza dal capo, vicini con chi siamo in confidenza)
- Uso di artefatti come abiti e cosmetici
Arriviamo al dunque. In senso proprio il linguaggio si distingue dalla lingua, poiché:
“La lingua è il modo concreto e storicamente determinato in cui si manifesta la facoltà del linguaggio“.
Italiano, Francese, Inglese ecc.. si chiamano lingue storico-naturali perché hanno una storia formata dai parlanti di tali lingue. Sono naturali, in contrapposizioni ai linguaggi artificiali (segnali stradali, alfabeto morse). Le lingue storico-naturali dimostrano maggiore complessità, ricchezza e potenza.
La differenza, dunque, è sottilissima. Il linguaggio è molto più che una lingua, comprende gesti, toni e molto altro. A differenza di quest’ultimo, la lingua riguarda un gruppo di persone che scelgono tramite metodo convenzionale una serie di parole, tramite le quali comunicano servendosi del linguaggio. Una lingua può morire, il linguaggio no, questa è la grande differenza.